Tiene banco in Umbria la questione degli aumenti sulle quote di iscrizione delle squadre per il pagamento dei danni del cinghiale, come da regolamento regionale. L'Arci Caccia Umbria in una nota interviene sulle polemiche delle ultime settimane. “Siamo entrati in un vicolo cieco, - scrive l'associazione - perché difronte alle sentenze del TAR prima e del Consiglio di Stato poi, c’è poco da fare, gli ATC e i rappresentati delle Associazioni, ne hanno preso atto e hanno applicato i regolamenti emanati dalla Regione”.
“Cosa che però non dice nessuno che dal Dicembre 2015 la Regione ha destinato alla gestione della caccia e del territorio a caccia programmata solo il 67% fronte del 100% degli introiti derivanti dalla Tassa di concessione regionale, fondi per altro finalizzati dalla legge 157/92 e destinati alla gestione di fauna e ambiente, compresi i danni da fauna selvatica” scrive il Presidente Regionale Arci Caccia Umbria, Emanuele Bennati.
Per Arci Caccia Umbria occorre una revisione completala del regolamento. “Abbiamo scritto la bozza regolamento concordata tra quattro Associazioni Venatorie e condivisa anche con il comitato delle squadre di caccia al cinghiale, la bozza inviata in Regione lo scorso anno non ha ancora avuto un momento di discussione, tanto che i rumors dicono che giace li in quanto di marcata impronta Arci caccia”.