E' aperta polemica con la Regione dopo l'ordinanza del Consiglio di Stato che ha sospeso la caccia nelle aree natura 2000 delle Marche. La Libera Caccia regionale, attraverso il suo presidente Giancarlo Gasparini, fa notare da anni era stata sollecitata alla Regione la necessità e l’urgenza di avere "un piano faustico venatorio aggiornato, puntuale, completo di ogni analisi ambientale necessaria (v.i.a., v.a.s., ecc.), oltre a specifici piani di controllo delle specie opportuniste, anche questi con tutti i crismi di legge", ma che solo recentemente la Regione ha affidato l’incarico a tecnici esterni per iniziare la predisposizione del Piano Faunistico. Purtroppo, fa notare Anlc “passeranno anni prima che venga adottato”. “Le Regione merita ogni censura per questo comportamento, censure che abbiamo già fatto e che faremo ancora fortissime” scrive Gasparini, aggiungendo che ora la priorità è quella di essere uniti e affiancare l'avvocatura regionale, affinché tutti i cacciatori possano continuare ad andare a caccia, in piena legittimità, nei siti di Rete Natura 2000.
Paolo Antognoni, Presidente Regionale FIdC Marche, dal canto suo critica questa pronuncia facendo presente che “…chiederemo un’istanza per fissare il prima possibile l’udienza al Tar che dovrà esprimersi in via definitiva sulla questione. C’è preoccupazione circa la possibilità che i cacciatori possano cadere in errore rischiando conseguenze penali poiché le aree della Rete Natura 2000 non sono tabellate. L’altra preoccupazione riguarda gli agricoltori perché questa sentenza è distruttiva per i danni all’agricoltura”.
Anche gli Atc di Pesaro e Urbino protestano per la decisione scaturita dal Consiglio di Stato. “La superficie sottratta alla gestione programmata della caccia nella Provincia di Pesaro e Urbino – scrivono - è pari a ha 34.032 e rappresenta la percentuale più elevata a livello regionale (ha 12.091 ATC PS1 e ha 21.941 ATC PS2)”. Un divieto che, segnalano, farà aumentare in maniera esponenziale i danni del cinghiali. A tal proposito, gli Ambiti Territoriali di Caccia PS 1 e PS 2 sin d’ora dichiarano che non saranno più in grado di sostenere economicamente il pagamento dei danni provocati alle produzioni agricole, causa il limite delle risorse disponibili provenienti solo dai propri soci cacciatori, peraltro in continua diminuzione. “Chiediamo alla Regione Marche una piena presa di coscienza della gravità e insostenibilità della situazione. Sin d’ora gli Ambiti Territoriali di Caccia declinano ogni responsabilità conseguente all’incremento dei danni alle colture agricole per effetto del divieto di caccia imposto nelle “Aree Natura 2000”. Si invita la Regione Marche a risolvere con estrema urgenza la gravosa problematica e si sollecitano le Associazioni agricole e venatorie ad intervenire per quanto di competenza”.