Fa discutere la decisione del Presidente Zaia di sospendere la caccia per il maltempo “ai fini di incolumità dei cittadini veneti e di tutela della fauna selvatica”. Non è assolutamente d'accordo la deputata veneta di Fratelli d'Italia, Maria Cristina Caretta, secondo cui si tratta di una scelta “eccessiva” e “ingiustificata”. “Se l'emergenza fosse stata tale – scrive l'Onorevole Caretta – lo stesso Presidente avrebbe, con ulteriore decreto, invitato tutti i cittadini a barricarsi in casa, avrebbe chiuso le autostrade, bloccato tutti i mezzi pubblici e avrebbe invitato alla chiusura delle aziende”. Il dubbio è che Zaia abbia accontentato una frangia estrema del frastagliato mondo integral – animalista, secondo la deputata, chiedendo l'immediata revoca del provvedimento.
Dello stesso avviso anche Sergio Berlato, consigliere regionale in Veneto, che definisce il decreto “un atto arbitrario e non giustificato, un precedente molto pericoloso”. “Esiste già una legge statale la n. 157/92, recepita dalla legge regionale 50/93 prima che Zaia cadesse dal pero, che all’art. 21 comma 1 lettera n) già dispone “il divieto cacciare negli stagni, nelle paludi e negli specchi d'acqua artificiali in tutto o nella maggior parte coperti da ghiaccio e su terreni allagati da piene di fiume” scrive Berlato.
"Se Luca Zaia e la Lega non vogliono compromettere i rapporti con il Gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale del Veneto, si adoperino prontamente a revocare questo assurdo ed immotivato decreto di sospensione preventiva della caccia e della pesca, basato sulle previsioni del tempo e non sulle reali condizioni di pericolo che potrebbero motivare una sospensione di queste attività, limitata nei tempi e ben circoscritta nei luoghi in cui si dovessero manifestare situazioni di pericolo o motivate esigenze di tutela della fauna selvatica" conclude Berlato.