In Veneto anche le regionali di Anlc e Anuu Migratoristi hanno protestato per la decisione di Zaia di chiudere la caccia per le previsioni metereologiche avverse. "Amareggiati per una decisione presa sulle previsioni del tempo e non su fatti realmente sopraggiunti", scrive l'Anuu veneta, evidenziando che la legge sulla caccia già dispone divieto sui terreni allagati.
"Inoltre se il presidente Zaia tiene tanto all’incolumità dei cacciatori e dei pescatori del Veneto chiudendo la caccia e la pesca per una settimana in tutta la Regione, perché non ha sentito la necessità tutelare i cittadini che praticano altre attività ricreative o sportive o turistiche, vietando la raccolta di funghi, escursioni in montagna, l’uso di auto, moto e biciclette e quant’altro", scrive Anuu.
Dal canto suo la Libera Caccia veneta ha inviato una richiesta formale alla Regione, chiedendo di revocare il divieto sulle stesse argomentazioni. "Nel metodo, in quanto tale provvedimento è stato adottato in sordina senza il minimo accenno preventivo alle associazioni di categoria - si legge nella lettera - , ed anzi, questa è la percezione, guardandosi bene dal far trapelare anticipatamente le intenzioni di chiusura della caccia. Nel merito, in quanto detto provvedimento si appalesa del tutto ingiustificato, sconsiderato, inopportuno, deleterio, inconferente, arbitrario e capzioso, palesemente motivato da un aberrante rigurgito di politica antivenatoria anziché da obiettive necessità contingenti, come invece, in un eccesso di tracotanza, si vorrebbe dare ad intendere ai cacciatori veneti".