“Riteniamo sostanzialmente esagerata la proroga di una ulteriore settimana del divieto di caccia nell’intera Provincia di Belluno e nella Zona Alpi ricadente nella Provincia di Vicenza”. E' quanto scrive Arci Caccia Veneto in una lettera inviata alla Regione.
Il divieto, secondo Arci Caccia Veneto, appare troppo generico piuttosto che scaturito dall’attenta analisi delle situazioni locali in atto. “Possiamo condividere che nelle zone maggiormente colpite dal maltempo si possa mantenere il divieto temporaneo di caccia chiusura per garantire tutela della fauna selvatica, ma anche per la sicurezza dei cittadini tutti e quindi il divieto dovrebbe essere esteso ai frequentatori dei boschi e delle vallate (cercatori di funghi, escursionisti, ecc.) ma crediamo che del solo divieto di caccia si debba parlare questo vada posto in atto nei soli territori in cui la situazione è effettivamente di emergenza per la fauna e per l’ambiente”.
Il nuovo divieto è stato contestato subito anche dal consigliere Sergio Berlato. “Abbiamo avuto modo di spiegare più volte al Presidente Zaia che la legge statale n. 157/92, all’art. 21, prevede già il divieto di esercitare la caccia nei terreni allagati dalle piene dei fiumi, cosi come la legge regionale n. 50/93, all’art. 17, prevede la possibilità per il Presidente della regione di sospendere la caccia per motivate ragioni, per periodi limitati ed in luoghi ben circoscritti. Sia con i due decreti del 28 ottobre, poi parzialmente modificati con successivi decreti del 2 novembre, sia con questi ultimi due decreti del 4 novembre, il Presidente Zaia ha sospeso la caccia non solo nei territori colpiti dal maltempo ma anche in altri territori che, fortunatamente, non sono stati minimamente toccati dai fenomeni meteorologici” spiega Berlato.