“La Regione Lombardia crede fortemente nell’utilitá della caccia e vuole agevolare l’attività venatoria aggiornando la normativa alle esigenze dei cacciatori e del territorio". L'assessore regionale alla caccia Fabio Rolfi così fa sapere delle modifiche alla legge regionale appena approvate in Commissione.
"Abbiamo abolito il limite di 55 giornate di caccia - spiega - che impediva ad alcuni cacciatori di concludere la stagione. Si tratta di un’azione realizzata anche in vista dell’intenzione di ampliare il periodo di prelievo di alcune specie, penso al cinghiale, che stanno devastando le colture” ha detto l’assessore. “Ringrazio i componenti della commissione consiliare per l’impegno dimostrato. Era importante anche mettere mano al calcolo delle distanze tra i capanni e alla classificazione dei depositi vicini ai capanni costruiti prima del 1997” aggiunge l’assessore.
Altro tema centrale è quello della semplificazione amministrativa per la pratica dell’attività venatoria. “Abbiamo introdotto norme che semplificano il lavoro degli Ambiti territoriali di caccia, evitando situazioni di stallo come quella che ha bloccato l’Atc di Brescia, e chiarito la responsabilità dei censimenti della popolazione faunistica onde impedire rimpalli di responsabilità come quelli che nei mesi scorsi hanno portato al rinvio della caccia al cinghiale. Abbiamo inoltre chiarito le modalità di segnatura dei capi sul tesserino, che può essere fatto anche dopo aver raccolto il capo. Questo eviterà conflitti interpretativi nella vigilanza. Il nostro obiettivo è rendere più chiara la normativa e più sicura l’attività. La sburocratizzazione è tra le linee guida della nostra amministrazione e i provvedimenti approvati oggi vanno proprio in quella direzione” conclude Rolfi.