Il Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari comunica che con delibera di Giunta, sono state approvate le modifiche del "Disciplinare per la gestione faunistico-venatoria del cinghiale".
"Con questa modifica - ha dichiarato il Presidente della Regione Mario Oliverio si consente la caccia al cinghiale anche nelle zone non assegnate e anche ai singoli cacciatori, al fine di aumentare la pressione venatoria delle specie, per tutelare i campi ed i raccolti". "Con questo atto amministrativo - ha aggiunto il Consigliere Regionale delegato all'Agricoltura Mauro D'Acri - puntiamo a migliorare l'esercizio venatorio del cinghiale sui territori regionali, preservando il lavoro di tanti imprenditori agricoli. Per quanto riguarda i territori non vocati per il cinghiale, ossia le aree nelle quali la presenza del cinghiale è ritenuta incompatibile con la salvaguardia delle colture agricole e delle specie selvatiche, non è consentita la gestione faunistico-venatoria, ma vi si potranno realizzare vari interventi tesi al controllo della specie, spiegati nel dettaglio nel disciplinare".
"Le modifiche del Disciplinare per la gestione faunistico-venatoria del cinghiale - ha sottolineato il Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura Giacomo Giovinazzo - incidono sulla regolamentazione amministrativa e sulla disciplina delle aree di caccia vocate. E' istituito presso gli AA.TT.C., in forma cartacea sino all'entrata in vigore dell'apposito programma informatico, il registro delle squadre di caccia al cinghiale in battuta, completo dei dati anagrafici dei componenti. I cacciatori che intendono esercitare la caccia al cinghiale in forma singola nelle zone non vocate e/o non assegnate, sono tenuti a darne comunicazione al Comitato di Gestione dell'Ambito Territoriale di Caccia di appartenenza ed al Settore Caccia della Regione Calabria, che fa capo al Dipartimento Agricoltura".
Il disciplinare regolamenta la gestione faunistico venatoria del cinghiale sul territorio regionale, nel rispetto della normativa di riferimento, allo scopo di raggiungere e mantenere nel territorio dei singoli Ambiti Territoriali di Caccia una presenza della specie compatibile con le esigenze di salvaguardia delle colture agricole e forestali, di tutela delle altre specie e di tutela della biodiversità e del patrimonio agro-silvo-pastorale. Il Disciplinare ha anche lo scopo di individuare i territori vocati per il cinghiale; stimare la popolazione della specie che insiste sui rispettivi territori, attraverso appositi censimenti con personale qualificato e con strumentazione elettronica consentita; definire i piani di prelievo; predisporre interventi per la prevenzione dei danni; organizzare il territorio al fine della gestione venatoria del cinghiale; stabilire le diverse forme del prelievo venatorio sul cinghiale.
Il percorso amministrativo che ha seguito questa modifica ha avuto per ben due volte l'approvazione all'unanimità da parte della consulta faunistica regionale, nella quale sono presenti i rappresentanti del mondo venatorio, dell'agricoltura, degli ordini professionali e dei carabinieri forestali. Inoltre, per l'approvazione del disciplinare, c'è stato il parere favorevole espresso dall'Istituto Superiore per la Protezione Ambientale.