“Abbiamo approvato il piano regionale preventivo contro la peste suina africana". Lo annuncia in una nota Fabio Rolfi, assessore alla Caccia in Lombardia in merito al decreto regionale con cui è stato approvato il piano di prevenzione.
"Se dovesse arrivare nel nostro Paese e nella nostra regione avrebbe conseguenze economiche devastanti sul settore suinicolo. Per questo chiediamo al governo deleghe maggiori sui piani di contenimento del cinghiale, che è il principale vettore di questa malattia", precisa Rolfi.
“Questo documento è il risultato condiviso del lavoro del tavolo regionale sulla suinicoltura” ha aggiunto Rolfi. Il piano regionale prevede disposizioni sanitarie e biosicurezza negli allevamenti suini, con misure atte a ridurre il rischio di introduzione della malattia. Per esempio, i suini devono essere allevati in modo tale da evitare qualsiasi contatto con i cinghiali selvatici, anche tramite la delimitazione dell’area di allevamento. Tutti gli allevamenti, compresi quelli a carattere familiare, dovranno fornire comunicazione immediata al Servizio Veterinario competente di ogni sospetto di peste suina, come la febbre con morbosità e mortalità in suini di ogni età o la febbre con sindrome emorragica, emorragie petecchiali ed ecchimosi.
I Dipartimenti Veterinari eseguiranno controlli ufficiali tesi alla verifica del rispetto delle norme di biosicurezza negli allevamenti, nei punti di disinfezione e negli impianti di macellazione. Si svolgeranno poi attività informative e formative rivolte agli operatori del settore suinicolo, con riguardo anche al settore della fauna selvatica e sarà effettuata una mappatura del territorio in base alla presenza stabile e numerica del cinghiale in rapporto anche agli insediamenti suinicoli.