La seconda parte della conferenza La caccia nell’anno europeo del patrimonio culturale, organizzata dall'eurodeputato Giancarlo Scottà membro dell'intergruppo biodiversità, caccia e ruralità in collaborazione con la Face al Parlamento Ue ha trattato lo scottante tema del sovrappopolamento dei grandi carnivori, in particolare del lupo. Al centro del dibattito la situazione e l’attuale applicazione della legislazione europea in Italia, Austria e Francia. A parlare della situazione austriaca c’era l’esperto Franz Obermayr, per la Francia il ricercatore Thomas Pfeiffer e ad illustrare la situazione italiana Paolo Sparvoli, presidente della Libera Caccia.
Da tutti e tre i paesi è stata evidenziata una situazione insostenibile in fatto di danni alla zootecnia ed è stato sollecitato un Piano sulla gestione dei grandi carnivori a livello Ue, data l’attuale protezione della specie da parte della Convenzione di Berna, che attualmente permette prelievi contingentati in regime di deroga, anche se la cosa non è affatto considerata dal ministero italiano. Franz Obermayr ha parlato delle gravi perdite economiche causate dal lupo e del fatto che attualmente in Austria il lupo non è un bersaglio esplicito. Dal canto suo anche l’esponente francese Thomas Huber, nonostante l’attivazione di un piano di prelievo in deroga nei dipartimenti alpini che quest’anno ha raggiunto il 12 % dei lupi censiti (430 nel 2018), ha parlato di grossi problemi per l’agricoltura montana, con un incremento degli attacchi ai danni del bestiame negli ultimi anni. “Bisognerebbe far sì che le immagini delle pecore sbranate si diffondessero sui media” ha detto, facendo presente la reticenza della stampa nel mostrare i danni del lupo. “I costi del lupo, anche sociali - ha detto - andrebbero considerati a livello europeo”.
L’intervento di Paolo Sparvoli ha illustrato la situazione grandi carnivori nel nostro Paese: 100 - 120 orsi censiti, circa 150 linci e definibile in poche unità la presenza dello sciacallo dorato. “Il problema vero in Italia è il lupo - ha detto -. Se negli anni 60 era quasi estinto, con il progetto di reintroduzione la specie negli ultimi decenni è aumentata a dismisura, grazie anche all’incremento degli ungulati. Si contano almeno 1800 lupi, che in alcune stime arrivano fino a oltre 2500. In buona parte sono ibridi che scendono nelle campagne e aggrediscono ogni animale”. Sparvoli ha parlato del problema dei risarcimenti, che non coprono il vero danno subito e che quindi non bastano a compensare le perdite economiche, ha poi posto l’accento sulla necessità di prendere in seria considerazione anche i problemi di sicurezza per gli esseri umani. “Abbiamo avuto esperienza di allevatori che si sono salvati arrampicandosi su un albero durante un attacco. Forse si attende che ci scappi il morto prima di intervenire”. Le istituzioni secondo Sparvoli devono prendere in seria considerazione questo problema per preservare gli equilibri faunistici e riportare la specie a livelli accettabili per l’economia e per la salvaguardia delle specie.