La Confederazione Cacciatori Toscani torna sull'argomento lupo a commento del recente simposio organizzato da Ispra a Roma. “Riteniamo – scrive in una nota - che in quella sede, siano emerse posizioni importanti sulle quali anche noi cacciatori dobbiamo necessariamente riflettere”.
Vista l'urgenza di passare dalla “Conservazione” alla “Gestione” ed occuparsi sempre più, dell’impatto che questa specie ha sulla convivenza e sulle attività umane, i risultati di questo appuntamento, secondo CCT, non possono essere considerati minimamente soddisfacenti. "A nostro parere, dopo anni di investimenti milionari, continua a prevalere la solita rincorsa a stabilire come priorità l’unificazione dei criteri di monitoraggio e delle banche dati; la rincorsa a chiedere adeguati finanziamenti, con soldi pubblici, al Ministero dell’Ambiente, vista la forte contrazione di risorse economiche Europee provenienti dai progetti Life. Più soldi quindi per gli stessi monitoraggi, riaffermando al contempo la logica “Conservativa” di questa specie. Una logica che scarica gli effetti negativi sugli allevatori e su chi vive la ruralità e il rapporto con il territorio, vivendo i problemi di sopravvivenza che risultano drammaticamente distanti dalla cartolina del “paesaggio incantato con il lupo buono e la bambina che lo accarezza”.
Tuttavia - aggiunge la Confederazione toscana - , e ciò non era scontato, qualcuno ha coraggiosamente presentato proposte diverse. "La sfida della gestione opportunamente avanzata dal Prof. Marco Apollonio e dal Presidente di Federparchi Gianpiero Sammuri, rappresentano l’alveo culturale sul quale anche il mondo venatorio potrà apportare un positivo contributo", scrive CCT. "Ripartiamo dunque da qui - aggiunge - , per un lavoro a fianco delle regioni e delle istituzioni locali, alimentando una coscienza critica sulla situazione che stiamo vivendo nei territori, facendo squadra e lavorando a fianco con chi oggi vive una emergenza che non può rimanere confinata nelle riunioni in prefettura o affogata nelle solite promesse assistenzialiste del politico di turno. Anche su questi temi pertanto, possiamo rigenerare l’orgoglio di essere cacciatori e dimostrare alla società la nostra capacità di incidere sui temi creando alleanze con chi sta dalla parte della ruralità".
CCT riferisce anche di un attacco ai cacciatori durante la conferenza. Un tecnico della Regione Toscana ha accusato soprattutto le squadre per la caccia al cinghiale di atti di bracconaggio sui Lupi per ridurre la concorrenza di questo predatore sul cinghiale e poter continuare i loro affari illeciti della vendita delle carni. "Nel riservarci ogni valutazione su simili accuse gravemente lesive dell’immagine dei cacciatori, delle squadre e della caccia in battuta al cinghiale, vogliamo a questo punto sapere se tali affermazioni siano condivise anche dalla Regione Toscana, dall’Assessorato, dagli Uffici e dalla Presidenza della Giunta regionale" scrive CCT, chiedendo una risposta in tal senso dagli uffici regionali.
"Nel frattempo - chiude la nota - non rimane che rimarcare ancora una volta il palese tentativo di scaricare sui cacciatori e sul mondo venatorio le responsabilità e le incompetenze di altri accompagnate ad un disegno ormai chiaro, che punta a colpire il mondo delle squadre e della caccia in braccata. Un disegno per favorire chi? Il tempo e i fatti ci consegneranno presto una risposta anche se qualcuno non ha messo in conto che la Confederazione Cacciatori Toscani non sarà certo uno spettatore passivo ed inerme".