“Non si può morire per un cinghiale in autostrada nel 2019; questi incidenti si potrebbero evitare se la politica nazionale ascoltasse le richieste della Regione Lombardia e di chi vive sul territorio”. Lo ha detto l'Assessore regionale all'Agricoltura Fabio Rolfi, in merito all’incidente causato da un branco di cinghiali sulla autostrada A1 tra Lodi e Casalpusterlengo, che ha portato alla morte di un automobilista.
Per Rolfi è urgente più che mai modificare la legge 157/92. “Si tratta di un episodio – ha rimarcato Rolfi – che pesa sulle coscienze di tutti coloro che per anni non hanno mosso un dito per modificare la legge 157. Più volte abbiamo sollecitato la politica nazionale. Purtroppo una visione estremista animalista, ambientalista e anticaccia sta impedendo di aggiornare una legge che risale al 1992 e queste sono le conseguenze: incidenti come questo non sono e non saranno casi isolati”.
Rolfi ha ricordato l'attuale situazione in merito ai mancati controlli faunistici, dopo che una sentenza della Corte costituzionale ha bloccato le leggi regionali che hanno autorizzato i cacciatori formati ad operare fuori dal periodo di caccia per i contenimenti diretti dalla Polizia proviciale. “Serve una modifica della legge 157 – ha continuato Rolfi – per riconoscere l’operatore volontario, ossia un cacciatore formato, che consenta di ampliare l’attività di contenimento oggi in capo solo agli operatori della polizia provinciale, ormai pochi e sparuti a causa della legge Delrio”.
“Su Lodi – ha proseguito – la Regione Lombardia ha predisposto un piano di contenimento straordinario approvato da Ispra a novembre, ma l’esiguo numero di agenti di vigilanza ne diminuisce l’efficacia”.
“Avevo scritto in prima persona a maggio e a settembre a tutti i parlamentari lombardi e ai ministeri competenti, agricoltura e ambiente – ha sottolineato l’assessore Rolfi – per segnalare l’emergenza della eccessiva presenza di fauna selvatica in Lombardia e chiedere l’aggiornamento della legge. A oggi nessuna
risposta, nessun confronto aperto e nessun atto conseguente. Ora non si può più aspettare”.
“Va aggiunto che i gestori delle autostrade, come evidenziato da Regione Lombardia in data 5 dicembre 2017, in territori rurali e pedecollinari – ha concluso – devono effettuare controlli più stringenti e un monitoraggio costante delle recinzioni perché recinzioni adeguate evitano qualsiasi contatto tra fauna selvatica e automobilisti. Evidentemente qualcosa non funziona anche in questo senso".