Paolo Sparvoli, presidente di Anlc, in una nota critica Wwf per il suo comunicato sull'incidente autostradale causato dai cinghiali. Un comunicato, secondo Sparvoli, infarcito di “inesattezze, luoghi comuni e fandonie”. Secondo Wwf, riferisce Sparvoli, “gli addetti alla manutenzione delle protezioni non hanno fatto il loro lavoro (ma sembra invece che gli animali abbiano scavato sotto la recinzione che è rimasta integra) e i cacciatori sono colpevoli di aver immesso, anni addietro, i cinghiali per loro divertimento”.
“La realtà - commenta il Presidente della Libera Caccia - è un’altra. In tutta Europa – e specialmente in Italia – la fauna selvatica oggetto di caccia è in costante aumento; specie i grandi ungulati e non solo i cinghiali. Questo aumento causa una serie pressoché infinita di danni alle coltivazioni e rappresenta un rischio sempre maggiore per la sicurezza sulle strade. Basti pensare che in Svezia si verificano in media 5 impatti con animali selvatici ogni ora, per un totale di 50.000 casi all'anno)".
"Per restare in Italia - continua Sparvoli - , secondo i dati forniti dall’Osservatorio Asaps, l'Associazione degli Amici della Polizia Stradale, nel primo semestre 2017 in Italia si sono verificati 75 episodi rilevanti, per un totale di 10 morti e 91 feriti gravi. E tali incidenti non sono causati solo dai cinghiali ma spessissimo da caprioli, daini e soprattutto cervi".
"Il WWF - sottolinea il Presidente Anlc - , poi, invoca i soliti censimenti e i soliti piani di abbattimento, dimenticando che tali piani di prelievo esistono in moltissime regioni e che, purtroppo, raramente riescono a raggiungere una percentuale vicina al 30% del numero totale dei capi previsti. Altro che immissioni! Ecco, questi sono i fatti, non le solite chiacchiere buone solo a destare scalpore e a diffondere allarmismo nella pubblica opinione".