Per fortuna, in mezzo a un fiorire di articoli assolutamente insensati che incolpano la caccia dei troppi cinghiali, c'è anche il giusto intervento di Camillo Langone sul Foglio, il quale ci ricorda che "in una società sana i cinghiali non sono un problema, ma cibo, come dimostrano coloro che a Castiglione Messer Marino, montagna abruzzese, nei giorni scorsi hanno organizzato una bella cinghialata per valorizzare la carne di cacciagione".
"In una società fatiscente come la nostra - scrive Langone - sono invece una tragedia: 14 morti e 205 feriti rappresentano il risultato di 138 incidenti stradali causati dai selvatici in un solo anno". Langone non usa mezzi termini. La colpa non è dei cacciatori ma, anzi, di chi cerca in tutti i modi di ostacolare la caccia.
"Una parte di questo sangue lo addebito agli anti-caccia, dalla donna urbana che chiama Bambi il cervo giovane, confondendo la natura con un cartone animato, al filosofo anticapitalista e antispecista Leonardo Caffo, autore di “Vegan”, manifesto dedicato agli “attivisti per la liberazione animale”. Caffo insegna al Politecnico di Torino ed è diventato antiumano dopo un seminario universitario: si verifichino le falle nelle recinzioni autostradali ma subito dopo anche le falle negli insegnamenti statali" chiude Langone.