Secondo l'eurodeputato Sergio Berlato la caccia italiana deve dotarsi al più presto di un piano di comunicazione efficace che permetta di contrastare l'offensiva mediatica degli anticaccia operata tramite i mezzi di informazione. Berlato evidenzia come in Italia si sia sempre più diffusa una disinformazione generalizzata sui temi legati alla fauna e all'ambiente coinvolgendo la popolazione sin dall'età scolare.
Colpe che l'eurodeputato attribuisce anche ad un approccio sbagliato delle associazioni venatorie che non hanno attuato una politica efficace per contrastare l'influenza dei media nell'opinione pubblica.
Il Piano di comunicazione ipotizzato da Berlato avrà bisogno di risorse umane e finanziarie “le associazioni venatorie – spiega l'onorevole - devono essere “invogliate” a stare insieme per spendere i soldi che incassano dall’addizionale di 5,16 euro ( pagati da ogni cacciatore italiano, unitamente alla tassa di concessione governativa) in comunicazione ed in azioni legali contro chi si permette di insultarci e di utilizzare menzogne pur di screditare la nostra immagine”. Risorse che secondo Berlato potrebbero essere integrate da altri fondi forniti dai soggetti economici che ruotano intorno alla caccia, coinvolti per primi dalle conseguenze della campagna di delegittimazione della caccia.
Berlato vede la possibilità concreta che dalle prime iniziative coraggiose in difesa dei diritti dei cacciatori e del settore intero, possano moltiplicarsi le adesioni da parte di chi finora non ha mostrato le simpatie per il mondo venatorio per non subirne i contraccolpi negativi.
“Nelle modifiche alla 157/92, - conclude Berlato – sono previsti nuovi strumenti per gestire la fauna selvatica e l’ambiente nel nostro Paese, e per “invogliare” le associazioni venatorie ad unirsi nella battaglia più importante che è quella della comunicazione”.
Nota della redazione: L'obiettivo è certamente strategico e insieme a una nuova armonia interassociativa, una condivisione degli obiettivi (e dei contenuti della comunicazione da fare insieme), occorrerà anche una maggiore consapevolezza del nostro ruolo di cittadini. Già molto si è fatto, come si legge nell'editoriale di Bruno Modugno, ma tutto ciò dovrà trovare maggiore sintesi, e soprattutto diversa sensibilità per farsi capire da chi non ci conosce. Non solo come cacciatori, ma come persone responsabili, dedite quasi sempre disinteressatamente al benessere della comunità.