Ormai siamo tutti presi dall’impegno di non toccare gli animali selvatici perché devono essere assolutamente tutelati, nonostante certe popolazioni siano oltre misura e nonostante causino danni di ogni ordine sul territorio. Innumerevoli sono infatti gli incidenti, anche mortali, come il recente terribile e drammatico evento verificatosi nei primi giorni dell’anno sull’autostrada del Sole, tra Lodi e Casalpusterlengo, alle porte di Milano, a causa dell’attraversamento di alcuni cinghiali.
Ma sembra che, finalmente, la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica non voglia più saperne anche perchè le istituzioni più accreditate (Minambiente, ISPRA e Associazioni ambientaliste) non sanno più cosa dire se non schierarsi in una difesa – al di là di ogni reale visione dei fatti – veramente inimmaginabile, tanto da cadere nel ridicolo.
Ancora una volta l’ISPRA, con il responsabile del Settore gestione e conservazione della fauna, difende i piani dallo stesso predisposti per la riduzione del numero dei capi che il predetto Istituto può approvare o meno in base ad una serie di linee guida tecnico-scientifiche, ormai obsolete e assolutamente restrittive rispetto alla situazione emergenziale su tutto il territorio, che sono da considerarsi superate. Si pretende ancora che, prima dell’abbattimento, si provino metodi dissuasivi ed ecologici o, quando si possono catturare (sic!), dovrebbero essere somministrati ai singoli capi tramite iniezione dei farmaci atti alla sterilizzazione (sic!), perché progetti di sterilizzazione di massa (così si esprime l’ISPRA) al momento non sono attuabili. Bontà loro! È ben lecito domandarsi se questo Istituto viva su un altro pianeta visto che gli interventi da esso proposti sono tutti tesi ad evitare “gli incidenti con gli animali coinvolti”, più protesi verso costoro che verso gli esseri umani! Poco importa se il vero problema è la tutela della persona, dei suoi mezzi e delle sue coltivazioni, quando i cinghiali stimabili in Italia sono oltre un milione. E tutto ciò in via meramente prudenziale, senza parlare di caprioli, cervi e daini. Siamo lieti per la biodiversità, ma ogni cosa deve avere un limite, come si può rivedere nel celebre e sempre attuale film “Gli uccelli” di Alfred Hitchcock!
ANUU Migratoristi Stampa