Con i tempi della giustizia italiana, dopo ormai quattro anni dall'accaduto (uno dei tanti atti di vandalismo animalista) Il Resto del Carlino ci informa dell'udienza appena avvenuta a carico di 5 imputati animalisti, finiti nei guai nel 2015 per aver imbrattato e danneggiato due abitazioni di cacciatori e una casetta dell'Atc, con scritte di protesta contro l'abbattimento dei daini della pineta di Classe, a Ravenna.
Secondo il quotidiano ieri mattina tutti e cinque avrebbbero chiesto di potere risarcire il danno – in totale qualche migliaio di euro – per potere essere così messi alla prova con un lavoro di pubblica utilità in modo tale da estinguere il reato. Loro vorrebbero farlo in strutture come canili o gattili. Ma la soluzione auspicata in aula dal giudice è un'altra e ben più educativa: fare volontariato per associazioni che si occupano di ripulire gli imbrattamenti. Prima però gli imputati dovranno risarcire le parti civili. L'udienza è stata rinviata a metà luglio.
Ricordiamo che per mesi e mesi decine di animalisti hanno pattugliato la zona impedendo ai cacciatori abilitati alla selezione di eseguire quanto previsto dal piano provinciale: abbattere una sessantina di daini per ripristinare gli equilibri della specie nella pineta. Le continue proteste e i rinvii dovuti ai ricorsi alla giustizia amministrativa hanno portato ad un blocco dell'attività. Tanto che ora i daini da abbattere sarebbero addirittura 90.
La decisione spetterebbe all'Atc dopo che la Regione ha inserito il daino tra le specie cacciabili. Ma, stando alle indiscrezioni pubblicate dal Resto del Carlino, dall'Atc non c’è nessuna intenzione di ripetere l’esperienza di quella stagione, quando un semplice intervento gestionale si trasformò in una battaglia continua con altane abbattute, insulti, imbrattamenti e denunce. Il che significa che l'animalismo più becero, quello antidemocratico e dai modi violenti, l'ha avuta vinta.