Il Parlamento in queste ore ha iniziato la discussione della riforma dell'articolo 71 della Costituzione per l'introduzione di referendum propositivi (e non solo più abrogativi dunque) e per l'abbassamento del quorum (inizialmente era l'azzeramento) per i quesiti referendari.
Stando alle ultime dalla Camera, pare che il M5S abbia infine convenuto sul quorum del 25% (l'iniziale assurda proposta era quella di referendum senza quorum “al fine di scoraggiare, in ogni forma, l'astensionismo elettorale”). La relatrice del testo in Commissione Affari Costituzionali, Fabiana Dadone, ha infatti dato parere positivo all'emendamento del Pd che fissa ad un quarto degli aventi diritto al voto il numero minimo per la validità dei risultati (quorum approvativo) sia per i referendum abrogativi che per quelli propositivi. Sparirebbe dunque il quorum strutturale, ovvero quello che considera nel complesso gli aventi diritto.
Favorevole al referendum propositivo, come da contratto di Governo, anche la Lega, che però aveva chiesto di fissare il quorum al 33%. La follia del referendum senza quorum, pare superata, avrebbe riportato l'Italia indietro di un centinaio di anni, quando a decidere per il popolo era una piccola cerchia ristretta di persone, sulla base di interessi particolari. Purtroppo nemmeno con il voto positivo dato dal voto del 25% dei cittadini possiamo parlare di vera democrazia. Anzi...
E' così che tenteranno di spazzare via minoranze poco popolari come quella dei cacciatori? Ricordiamo che la caccia è ancora praticabile nel nostro Paese proprio grazie al mancato raggiungimento del quorum nel 1990, che si fermò al 43 per cento dei voti.
Il testo della riforma, che comunque non avrà tempi strettissimi, prevedendo come è ovvio per le riforme costituzionali, quattro passaggi alle Camere, è atteso in aula il 16 gennaio per le prime discussioni politiche. C'è dunque ancora tempo per scongiurarne l'approvazione. Per questo dobbiamo attivarci subito. Scriviamo ai nostri rappresentanti e facciamoci sentire.