Anche Arci Caccia commenta la proposta di riforma costituzionale in discussione alla Camera. "Il nostro Paese grazie ai padri costituenti, gli indimenticabili e insostituibili combattenti per la libertà - si legge in una nota dell'associazione venatoria - , è una solida democrazia parlamentare. Essi, infatti, ci hanno lasciato una situazione di poteri articolati e bilanciati così bene da vaccinare il Paese contro ogni forma di democrazia della “piazza” e contro ogni nostalgia di soppressione delle minoranze".
Arci Caccia sottolinea che nel nostro Paese "Parlamento e Referendum sono complementari, fissati costituzionalmente per rappresentare gli interessi del popolo sovrano senza collisioni. Fissare il giusto “quorum” di partecipanti per validare il Referendum, significava – ieri ma anche oggi – dare valore a questo importante strumento di partecipazione, tanto è che solo per questo “voto”, c’è la piena legittimazione al “non voto”. Questo perché consultazioni su temi che i cittadini italiani ritengono marginali e dovrebbero essere affrontati dai parlamentari allo scopo retribuiti, danno agli elettori il sacrosanto diritto di stare a casa".
"Abolire o ridurre il quorum per favorire il dominio dei pochi - scrive Arci Caccia - è offensivo per la parola libertà. L’astensionismo, numeroso in Italia, è una legittima posizione politica; ma, onorevoli rappresentati del popolo, invece di capirne le ragioni, vogliono sopprimere questo diritto".