Il Corriere della Sera, nell'edizione cartacea di oggi, mercoledì 16 gennaio, ha dato spazio alla replica del Presidente Fidc Gian Luca Dall'Olio, il quale aveva contestato l'articolo sulla morte della cagnetta della scrittrice Susanna Tamaro, in cui, già dal titolo sono stati accusati ingiustamente i cacciatori dell'avvelenamento. Nessuno può sapere chi ha messo quei bocconi nel bosco, fa notare Dall'Olio nella sua replica, “in generale perché i cacciatori non sono usi a queste pratiche, che sarebbero oltretutto autolesioniste”. “Sono proprio i cacciatori le prime vittime di questa orrenda pratica che nulla ha a che fare con l’attività venatoria” scrive il Presidente Fidc.
Nelle ultime ore si sono aggiunte anche altre reazioni. Il Presidente di Anlc, Paolo Sparvoli, fa sapere di aver incaricato i legali dell'associazione di esaminare gli articoli pubblicati il 14 e il 15 gennaio sulle pagine del Corriere della Sera per ravvisare se sussistano gli estremi per sporgere denuncia formale per calunnia a mezzo stampa. Oltre all'articolo di Roberta Scorranese, oggetto della replica di Dall'Olio, Sparvoli si riferisce anche all'intervento di Margherita De Bac, dal titolo La strage silenziosa di cani e gatti avvelenati dalle polpette illegali, che tira ancora in ballo i cacciatori “incolpandoli dell'avvelenamento di centinaia di cani in tutta Italia”. Il tutto, secondo Sparvoli, “Senza uno straccio di prova e dimenticando che cani e gatti vengono regolarmente avvelenati a decine nei parchi pubblici all'interno delle grandi metropoli, ritornano ad accusare “per sentito dire” e a seguito di loro personalissime convinzioni, l’intero mondo della caccia che non ha nulla a che vedere con questa pratica barbara e criminale”.
Anche Sergio Berlato ha rivolto un invito al Corriere della Sera: “Si scusi per il vergognoso, ingiustificato ed ingiustificabile attacco a danno dei Cacciatori pubblicato oggi in prima pagina. Quello che dovrebbe essere un giornale autorevole non può diffamare senza alcun riscontro oggettivo un'intera categoria di persone oneste e dalla fedina penale perfettamente pulita. Oltre al danno anche la beffa, considerato che i primi a subire i danni dei bocconi avvelenati lasciati nei campi da soggetti che non esitiamo a definire criminali, sono proprio i cani dei cacciatori”, scrive il Consigliere regionale del Veneto.