E' davvero degna di nota la battaglia legale intrapresa dalla famiglia di un cacciatore bellunese, stroncato a 45 anni di infarto mentre recuperava un cervo abbattuto. La dipartita dell'uomo, risalente a novembre 2016, era stata festeggiata da alcuni animalisti su facebook, con insulti di ogni genere. Insulti in cui si era imbattuta la figlia minorenne su facebook, in quei giorni di estremo dolore per la perdita. Nonostante la richiesta di archiviazione, avanzata dal sostituto procuratore all'epoca dei fatti, la famiglia non si è mai arresa.
In questi giorni, la Procura ha notificato la citazione in giudizio nei confronti del leader di 100 x 100 animalisti, Paolo Mocavero, gestore della pagina in cui sono stati scritti i numerosi commenti incriminati. "Finalmente, dopo un anno dalla richiesta della Procura, è arrivato il decreto di citazione in giudizio di Mocavero, che dovrà rispondere ora di diffamazione aggravata in quanto gestore della pagina facebook", ci conferma l'avvocato della famiglia, Enrico Tiziani. Mocavero dovrà comparire davanti al Tribunale il 25 novembre prossimo.
"Ospitava una serie di commenti e controllandone attivamente il contenuto contribuiva alla diffusione degli stessi, attraverso la gestione della bacheca Facebook, tanto da raggiungere un numero indeterminato di persone, offendendo l'onore e la reputazione del cacciatore deceduto", scrive l'accusa sulla responsabilità di Mocavero.
“Poteva morire anche prima sto co... Altra carne marcia... Bene gli è preso un colpo” sono alcuni dei commenti scritti sulla pagina FB di Cento per Cento Animalisti. Dal post condiviso su Facebook quel 6 novembre 2016 si scatenarono commenti di ogni tipo, in barba al dolore della famiglia, arrivando ad oltre 150 frasi di puro odio. I legali della famiglia ovviamente hanno fatto richiesta a procedere anche nei confronti dei singoli commentatori, ma per ottenere tutte le generalità da facebook ci vorrà ancora del tempo.
Moglie e figlia del cacciatore si costituiranno parte civile per ottenere i dovuti risarcimenti. Ma il loro obbiettivo principale è quello di difendere la memoria del loro caro ed evitare che in futuro quello che è successo a loro accada a altri.