Il Tar dell'Umbria ha accolto in parte il ricorso del Wwf, riconoscendo, con sentenza depositata il 17 gennaio, l'illegittimità della preapertura della caccia, in conseguenza della carenza di programmazione faunistico venatoria, ma ha ritenuto invece valida la caccia di selezione disposta dalla Regione.
In merito alla preapertura il Tar ha evidenziato che il piano faunistico venatorio regionale è scaduto nel luglio del 2014, e che ai fini del giudizio non ha alcuna rilevanza la modifica alla legge regionale che ha sostituito la validità quinquennale del Piano faunistico, con la dicitura “e comunque è valido fino all’approvazione del nuovo Piano”. La norma, essendo successiva alla scadenza del Piano faunistico, fanno notare i giudici, non produce alcun effetto retroattivo.
Illegittima dunque la preapertura concessa ad alzavola, marzaiola, germano reale, tortora, colombaccio, cornacchia grigia, ghiandaia e gazza nei giorni 2 settembre e 9 settembre 2018, per cui Wwf ora chiederà i danni alla Regione.
“Migliaia di animali selvatici morti ‘illegittimamente – scrive Sauro Presenzini, Presidende Wwf Perugia – per i quali ora il Wwf chiederà alla Corte dei Conti di quantificare il danno erariale patito dalla collettività, in ordine agli abbattimenti delle specie elencate, che ora si sa, non potevano essere abbattute“. Il Wwf chiede quindi il sequestro dei tesserini venatori e le schede aggiuntive, per la puntuale quantificazione del danno, relativamente alle singole specie abbattute ed annotate nelle schede stesse. L’indagine erariale, con l’apertura del relativo fascicolo, verrà proposta da Wwf Perugia alla Sezione regionale della Corte dei Conti.
Sulla caccia di selezione è andata diversamente. La scadenza del Piano faunistico non è sufficiente, secondo il Tar, a decretare l'illegittimità della programmazione, per la quale basta il parere Ispra. Wwf dal canto suo, su questo punto rivendica la propria “utilità”, visto che lo stop del Tar e del Consiglio di Stato, con i conseguenti provvedimenti che la Regione è stata costretta ad assumere, “ha consentito di salvare oltre 2000 caprioli dal piombo delle doppiette umbre“.