Novità sul dl sul referendum propositivo, che ha appena iniziato l'esame alla Camera. I Cinque Stelle, dopo aver accettato il quorum al 25% grazie ad una mediazione con il Pd, hanno ceduto su altri punti importanti. La relatrice Fabiana Dadone, accogliendo alcune istanze delle opposizioni, ha presentato sei emendamenti che riscrivono il testo. Il voto è stato rinviato a martedì 22 gennaio.
A differenza della originale stesura, il nuovo testo prevede il vaglio preventivo da parte della Corte costituzionale delle proposte di legge di iniziativa popolare che un Comitato promotore vuole presentare alla Camera. La Corte si esprimerà già dopo la raccolta di 200 mila firme (in totale ne servono 500 mila). Il che significa che non sarà possibile presentare proposte popolari che siano in contrasto con la Costituzione e con le Direttive Ue.
Viene meno poi l'idea iniziale di “democrazia diretta” dei Cinque Stelle, tolta la facoltà per il Comitato promotore di decidere, nel caso in cui la Camera approvi un testo diverso, la validità dello stesso. Questa funzione è demandata all'Ufficio di Cassazione. Un altro emendamento stabilisce che sulla scheda del referendum i cittadini non debbano optare tra il testo del Comitato promotore e quello approvato dalle Camere, ma solo sul primo. In tal modo si eviterebbe, secondo i 5Stelle, quello che il Pd e Forza Italia hanno definito "un ballottaggio tra Parlamento e piazza".
Queste modifiche rappresentano una svolta non da poco. Il Movimento ha ceduto sugli elementi di più forte contrapposizione al potere legislativo del Parlamento. Il che ci dice molto sugli equilibri governativi. Questa riforma è stata accolta con particolare freddezza della Lega, che inizialmente aveva chiesto un quorum del 33%.
I grillini cercano l'accordo con l'opposizione per raggiungere il più ampio consenso possibile perchè paradossalmenteproprio su questa riforma temono il giudizio della democrazia diretta. Qualora la modifica costituzionale venga approvata con meno di due terzi dei voti in ognuna della Camere l'articolo 138 della stessa Costituzione prevede che si vada al referendum popolare, senza quorum. E sappiamo tutti come finì per il referendum proposto da Renzi...