“In merito alle recenti dichiarazioni della senatrice del Movimento 5 Stelle, Patty L’Abbate, che a proposito dei dati sulla fauna selvatica da mandare periodicamente in Europa parla di “stravolgimento di un lineare percorso tecnico scientifico” e ammonisce “che nessuno pensi di mandare all’UE dati di parte di interesse venatorio etc” è opportuno specificare che ci sono norme precise. Lo dichiara Barbara Mazzali, consigliere di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia.
"Evidentemente - scrive la consigliera - la senatrice pentastellata non ne è a conoscenza, ma quanto avvenuto rappresenta, al contrario, il ripristino di legittimità di un procedimento dettato dalla legge nazionale n. 157/1992 sulla protezione della fauna. Queste norme prevedono un intenso rapporto tra Regioni e Ministero dell’Agricoltura, a cui devono inviare annualmente una relazione sulle misure messe in campo per l’individuazione delle zone di protezione lungo le rotte di migrazione degli uccelli. E sono sempre le Regioni che adottano le misure di conservazione anche per gli habitat esterni alle ZPS. Inoltre le Regioni devono collaborare con il Ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie, il quale, dopo aver concertato con il Ministro delle politiche agricole e con il Ministro dell’Ambiente, sentito anche ISPRA, è il soggetto deputato a verificare la conformità delle leggi interne alle direttive europee sulla fauna selvatica. Quindi quando si parla di tutela della fauna selvatica non esiste l’esclusività o una posizione di preminenza da parte del Ministro dell’Ambiente o di ISPRA. Vero è invece che i vari organi istituzionali lavorano insieme".
"Piuttosto - chiude Mazzali - possiamo dire che i dati forniti da ISPRA sono stati lacunosi, privi di obiettività scientifica e viziati da facili pregiudizi. Ben venga quindi lo scatto di dignità del Ministro delle Politiche agricole e di quello preposto alle Politiche comunitarie, i cui spazi di competenza sono stati nel passato incomprensibilmente compressi”.