Con l'adozione del Piano di prelievo per la caccia nelle aree non vocate, la Regione Toscana sembra aprire la possibilità di foraggiamento attrattivo del cinghiale nella caccia di selezione. Lo scrive in una nota la Confederazione Cacciatori Toscani, secondo cui la Regione, riprendendo un parere Ispra del 2016, con un paragrafo alquanto sibillino prevede questa possibilità per gli oltre 12 mia cacciatori abilitati alla selezione.
“Rimane per noi sconosciuta - scrive Cct - la ratio con la quale si paragona la caccia di selezione al cinghiale ad attività di controllo della specie quando, dati alla mano, sui numeri pubblicati inerenti i risultati della Legge Obiettivo si rileva che su quasi 100 mila capi prelevati all’anno, solo poco più del 6/7 % è ascrivibile alla caccia di selezione e quasi l’80 % deriva dal prelievo venatorio della caccia in braccata operato dalle squadre organizzate".
"Se il foraggiamento a scopo contenitivo vale ed è ammissibile per la caccia di selezione - si legge ancora nella nota -, a maggior ragione, con parità di prescrizioni, dovrebbe valere per le squadre di caccia al cinghiale che attraverso la braccata svolgono un controllo quantitativamente maggiore della specie sul territorio regionale Toscano".
"Ciò premesso - scrive la Confederazione - , rimane comunque in piedi un limite normativo che sembra si voglia ignorare o sottovalutare. E’ noto a tutti infatti che dal febbraio 2016 è proibito il foraggiamento del cinghiale su tutto il territorio nazionale durante le attività di caccia. Questo divieto deriva dal collegato ambientale della legge di stabilità del 28 dicembre 2015 e in vigore dal 18 gennaio 2016, che regola anche il prelievo dello storno e di altre specie di fauna selvatica".
Per tali considerazioni Cct chiede un chiarimento alla Regione e dell’Assessorato competente al fine di evitare tensioni tra forme di caccia e garantire la certezza del diritto per chi le pratica.