Su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Erika Stefani, il Consiglio dei Ministri del 31 gennaio ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale alcune delle ultime modifiche di legge sulla caccia approvate in Lombardia.
Oggetto dell'impugnativa è infatti la legge della Regione Lombardia n. 17 del 4 dicembre 2018, dal titolo "Legge di revisione normativa e di semplificazione 2018". Secondo il Governo, "alcune disposizioni in materia di caccia invadono la competenza esclusiva dello Stato sulla tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, in violazione dell'art. 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione".
L'impugnativa è stata oggetto anche di un esposto delle associazioni animaliste Lac, Lipu, Lav, Wwf ed Enpa. "In particolare - spiega la Lac - sono state violate disposizioni statali relative: alla annotazione non immediata, sul tesserino venatorio regionale, degli animali selvatici appena abbattuti dal cacciatore; alle distanze di rispetto dai luoghi di lavoro e dai fabbricati rurali in caso di utilizzo dei fucili nell'attività venatoria da appostamento; alla esclusività delle opzioni di caccia praticate o da appostamento fisso con richiami vivi o in forma vagante, attività che non può essere svolta in entrambe le modalità da parte del cacciatore; alla misurazione delle distanze di sicurezza degli appostamenti di caccia rispetto ai fabbricati, che vanno calcolate tenendo conto delle distanze lineari, a prescindere dalla morfologia del terreno".