Le associazioni venatorie italiane sono state sentite oggi in Commissione Agricoltura della Camera su alcune modifiche proposte alla legge 157/92. La prima propone di superare la situazione di stallo sul contenimento faunistico dovuta ad alcuni pronunciamenti della Corte Costituzionale, che ha escluso il coinvolgimento dei cacciatori nei piani delle Regioni e delle Province.
La modifica propone di specificare all'articolo 19 che le guardie venatorie possano avvalersi anche di operatori in possesso di licenza venatoria, abilitati con appositi corsi approvati dall'Ispra. La seconda, anch'essa inserita nella proposta di legge recante disposizioni per la semplificazione e l'accelerazione dei procedimenti amministrativi nelle materie dell'agricoltura e della pesca nonché delega al Governo per il riordino e la semplificazione della normativa in materia di pesca e acquacoltura, mira invece ad includere l'associazione Confavi tra quelle riconosciute dalla 157/92.
Presenti i rappresentanti di Arcicaccia, Anuu, Anlc, Federcaccia, Italcaccia, Eps, Enalcaccia. Tutti d'accordo sulla modifica inserita nell'articolo 31 che andrebbe finalmente a risolvere i problemi dovuti al mancato controllo sul territorio di specie problematiche, cinghiali in testa. Le associazioni venatorie su questo punto hanno però chiesto di dare più potere alle Regioni, sia sulla programmazione dei corsi che sull'attuazione dei Piani. I presidenti hanno chiesto che sia meglio valorizzata la figura del cacciatore, riconosciuto finalmente per il suo ruolo di pubblica utilità. Il Presidente di Eps, Franolich ha parlato dell'importanza della gestione venatoria ordinaria e chiesto che venga uniformata l'abilitazione Ispra per la caccia di selezione.
Per tutti gli intervenuti l'articolo 32, quello che riconoscerebbe Confavi, è superfluo perché i parametri per le associazioni sono quelli stabiliti dall'articolo 34 della 157. Obiezione a cui ha ribattuto Maria Cristina Caretta, presente all'audizione in veste di deputata, che ha fatto notare come alcune delle associazioni riconosciute non abbiano in realtà seguito l'iter previsto dalla legge. Caretta infine ha convenuto con la necessità di creare un unico contenitore che rappresenti la totalità dei cacciatori italiani. Stessa proposta era venuta dal Presidente Fidc, Dall'Olio, secondo cui il legislatore dovrebbe farsi carico di questa modifica.
Disposizioni per la semplificazione e l'accelerazione dei procedimenti amministrativi nelle materie dell'agricoltura e della pesca nonché delega al Governo per il riordino e la semplificazione della normativa in materia di pesca e acquacoltura
d'iniziativa dei deputati
GALLINELLA, PARENTELA, VIVIANI, GADDA, NEVI, CARETTA, FORNARO, CADEDDU, CASSESE, CENNI, CIABURRO, CILLIS, CIMINO, LUCA DE CARLO, DEL SESTO, GAGNARLI, GASTALDI, GOLINELLI, L'ABBATE, LIUNI, LO MONTE, LOMBARDO, MAGLIONE, MARZANA, PIGNATONE, EMANUELA ROSSINI, SCHULLIAN, VALLOTTO, ZANOTELLI
Art. 31.
(Semplificazione in materia di controllo della fauna selvatica)
1. Il quarto e il quinto periodo del comma 2 dell'articolo 19 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, sono sostituiti dai seguenti: «Tali piani devono essere attuati dalle guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni regionali o provinciali. Queste ultime possono altresì avvalersi delle guardie forestali e delle guardie comunali, dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi nonché di operatori abilitati dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano previa frequenza di appositi corsi approvati dall'ISPRA. Qualora per l'abbattimento sia previsto l'uso di arma da fuoco, tali soggetti devono essere muniti di licenza per l'esercizio venatorio».
Art. 32.
(Riconoscimento di associazione venatoria)
1. Al comma 5 dell'articolo 34 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, dopo le parole: «Associazione italiana della caccia – Italcaccia» sono inserite le seguenti: «, Confederazione delle associazioni venatorie italiane – CONFAVI».