Sulla possibilità di utilizzare l'arco come strumento ecologico per attuare la selezione, la consigliera regionale Barbara Mazzali, commenta il senso della mozione presentata insieme a Paolo Ghiroldi e approvata dal Consiglio.
"Lo spunto - spiega Mazzali - è stato il contenimento del cinghiale, che ormai sta creando danni gravissimi in Lombardia sia ai raccolti che alla popolazione, arrivando fino al drammatico incidente stradale, provocato da un branco, in cui ha perso la vita un uomo. Il provvedimento è stato votato per parti separate su richiesta del Pd, che ha espresso voto contrario proprio sul punto riguardante l'uso dell’arco. Al centrosinistra manca evidentemente la conoscenza di questo strumento, che non solo è un mezzo di caccia da migliaia di anni, ma è anche una disciplina che insegna il rigore e l’attenzione”.
Lo spiega bene Luca Marchi, referente di Urca – Gestione fauna e ambiente: “Non è una caccia per praticanti improvvisati. La formazione è pesante e rigorosa, con esami teorici e pratici: ottenere l’abilitazione è impegnativo e richiede mesi se non anni. La Federazione Europea di riferimento promulga linee-guida che tendono ad uniformare una preparazione omogenea e di alto livello. Le attività condotte in Europa, a seguito dell’enorme seguito che la caccia con l’arco ha in USA (dove gli abbattimenti con arco di cervi hanno superato in numero quelli eseguiti con carabina), hanno confermato che l’efficacia di arco e frecce è assolutamente paragonabile a quella delle armi da fuoco, e la letalità e la sicurezza del tiro è garantita dalla brevissima distanza di ingaggio (nell’ordine dei 20 metri). La credenza secondo la quale si procurano feriti, è stata sempre sfatata. Sempre più paesi in Europa stanno constatando un aumento dei cacciatori con l’arco, con al primo posto la Francia ove si contano oltre 10.000 licenze specifiche rilasciate. Una consolidata esperienza, condotta da decenni anche in Africa, ha dimostrato che una sola freccia ben piazzata è in grado di abbattere in pochi istanti qualunque animale, senza limiti di peso (a condizione che il cacciatore sia in grado di gestire l’attrezzatura). In Italia, nelle zone dove la caccia di selezione con l’arco è regolamentata, gli arcieri vantano abbattimenti in linea con i piani previsti dalle regioni. Il convegno “Arco nel Parco”, tenuto nel 2012 (Atti disponibili) ha sancito l’approvazione dell’arco da parte di importanti autorità, quali ISPRA e Federparchi, che ne hanno auspicato l’utilizzo anche all’interno delle aree protette, ove necessario contenere il numero di determinate specie, in virtù anche della nulla invasività, grazie all’assenza di rumore e a una tecnica di caccia discreta che in nessun modo disturba l’ambiente al momento del prelievo: non si usano cani, non c’è sparo, non si batte il bosco”.