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News CacciaRoma: i cinghiali hanno i mesi contati, forse venerdì 8 febbraio 2019 | | Dopo alcuni gravi incidenti dovuti all'impatto con gli ungulati e la diffusione di immagini di cinghiali che passeggiano per le vie della Capitale e grufolano nei rifiuti urbani, da mesi assistiamo al bisticcio sulle competenze tra Regione Lazio e Comune di Roma. Per settimane e settimane si è dibattuto su chi avrebbe dovuto agire e come per tutelare la pubblica incolumità dai cinghiali, anche se, per dirla tutta la soluzione più ovvia ed efficace sarebbe stata la via dell'ordinanza sindacale, che la sindaca Raggi, spesso vicina agli animalisti, si è guardata bene dall'approvare.
Dopo mesi di dibattiti e trattative, forse siamo vicini alla famosa luce in fondo al tunnel. La Regione Lazio ha approvato a gennaio uno schema di Protocollo d'Intesa per la gestione dell'emergenza cinghiali nella capitale, che ora dovrà essere sottoscritta dal sindaco Raggi. Il documento, di durata triennale, prevede la ripartizione dei compiti tra i tre enti coinvolti e contiene un protocollo tecnico Ispra e una bozza di procedura operativa.
Alla Regione spetta il compito di approvare e predisporre piani di contenimento nelle riserve naturali romane, limitando così il rischio di espansione del cinghiale fino alla città, al Comune, invece tocca la parte operativa. Si elencano alcune azioni da mettere in pratica in città che vanno dall'utilizzo prioritario di metodi ecologici (intensificazione della pulizia di vie e cassonetti limitrofi agli insediamenti, segnaletica stradale, recinzioni, inasprimento delle sanzioni per chi dà del cibo agli ungulati, iniziative di educazione dei cittadini), agli interventi di cattura e di abbattimento vero e proprio.
Si prevede per esempio la cattura con lancio di narcotico anestetizzante, quello in gabbia (a cui segue morte per eutanasia o il trasporto in una struttura ancora da definire) e lo sparo con arma da fuoco. Nel progetto si parla anche di spostamento in allevamenti a scopo alimentare, istituti faunistici o direttamente al macello. A realizzare gli “interventi diretti” sarà la Polizia della Città Metropolitana (tra i cui compiti rientra la tutela ambientale) con la collaborazione della Asl competente e l’eventuale supporto di guardaparchi regionali, vigili urbani e altre forze dell’Ordine. Il Comune di Roma, tramite una mail ed un numero di telefono dedicati, raccoglierà le segnalazioni. A quel punto sarà disposto un sopralluogo per valutare il singolo intervento, quindi sarà convocato un tavolo operativo. Solo allora si stabilirà come intervenire tra le diverse forme previste, secondo la bozza di procedura operativa. Tutto questo costerà alla Regione 100 mila euro (solo nel 2019).
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