Con la scomparsa di Fabio Perco, l'Italia perde uno dei suoi più eminenti studiosi dell'avifauna migratoria. Considerato tra i massimi esperti di ornitologia a livello nazionale ed europeo, è l'autore di numerose pubblicazioni scientifiche ed ha rappresentato un punto di riferimento nell'ambito della gestione degli uccelli migratori, a cui Perco ha dedicato approfonditi studi in Friuli Venezia Giulia. E' stato uno dei promotori della Riserva di Cornino e dell’Isola della Cona, l’oasi di Staranzano, rifugio gli uccelli durante le migrazioni (riconosciuta quale “Zona umida di interesse internazionale ai sensi convenzione Ramsar”), dove lo studioso dirigeva la stazione biologica.
E' stato anche docente all'Università di Trieste, dove tra l'altro si era laureato. Dopo gli studi aveva immediatamente iniziato a lavorare come divulgatore scientifico e ad interessarsi di ambiziosi progetti di recupero e tutela ambientale. Un vero ambientalista, favorevole alla gestione venatoria, che ha il merito di aver contribuito attivamente alla tutela diretta della fauna e degli habitat, nonché allo studio sul campo degli uccelli, che osservava spessissimo con il suo immancabile binocolo nell'oasi della Cona. Tempo fa in un'intervista al Piccolo di Trieste sul suo passato di cacciatore, rispondeva: "non ho mai rifiutato l’attività venatoria, ho semplicemente smessa di praticarla. Per avere una grande biodiversità e una ricchezza di specie animali rare che rischiavano di estinguersi, era necessario accettare una serie di restrizioni. Auspico che i miei colleghi si dirigano verso questa strada e diventino come me custodi della biodiversità, non semplici fruitori della fauna selvatica".
Si è spento a 72 anni dopo una lunga malattia. Lascia la moglie Chiara e tre figli. La redazione di BigHunter.it si unisce alle manifestazioni di cordoglio nei confronti della famiglia.