In merito alla proposta di VAS di vietare la caccia a 500 mt dalla costa marina, protesta il Presidente Regionale dell’Arci Caccia della Puglia, Giuseppe De Bartolomeo. "Il nostro dissenso è totale e continueremo esprimerlo in tutte le sedi".
"Ribadiamo che agiremo anche legalmente - sostiene De Bartolomeo - contro quanti si propongono disonestamente di abbinare il bracconaggio all’attività venatoria o di incolpare i cacciatori di responsabilità inesistenti quale quella degli incendi boschivi, vergognose diffamazioni".
Arci Caccia invita dunque le altre Associazioni Venatorie nazionali riconosciute "a coordinare unitariamente le azioni per sconfiggere le provocazioni in essere, anche con attività comuni di lotta al bracconaggio sotto la direzione dei Carabinieri Forestali così da dimostrare concretamente chi fa “chiacchiere” e chi i fatti".
"Ai toni, talvolta intimidatori dei sacerdoti dell’animalismo anticaccia, rispondiamo con la pacatezza della ragione e della normativa. La legge in vigore così recita: Articolo 1 legge 157/92: diversamente da quanto affermato da VAS, l’articolo 1 comma 5 stabilisce che le regioni devono istituire zone di protezione lungo le rotte di migrazione dell’avifauna. La Regione Puglia ha istituito, da molti anni, numerose zone di protezione lungo le rotte di migrazione, sotto vari istituti. Su questo punto non vi è alcuna benché minima mancanza da parte della Regione Puglia, e ancora meno alcuna inadempienza riguardo la Direttiva 147/2009/CE".