L’annuale censimento dei tecnici di Veneto Agricoltura e Polizia Locale della Città Metropolitana di Venezia, ha rilevato che nell'oasi di ValleVecchia, sita nel comune di Caorle, si registra la più alta densità di caprioli d'Italia. Qui la popolazione di caprioli cresce costantemente, scrive in una nota Veneto Agricoltura, sottolineando al contempo che la specie non è un problema per l'agricoltura.
“Fortunatamente - si legge - gli impatti con l’agricoltura da parte del capriolo sono molto limitati in quanto questo ungulato è specie territoriale e pertanto non forma gruppi numerosi, a differenza del daino. La sua dieta è inoltre quella di un brucatore selettivo per cui il suo impatto alimentare si diluisce su ampi spazi". Secondo Veneto Agricoltura i danni dell'ungulato sono altri. "Qualche impatto negativo invece potrà emergere nelle zone urbane, dato che il rischio di collisioni e di incidenti stradali è effettivamente reale, delineandosi come un possibile problema per l’incremento delle popolazioni di pianura".
Nell'area sono stati contati ben 158 capi di capriolo: “un numero ragguardevole – confermano gli operatori – che corrisponde a più di un capo ogni due ettari. Una densità che non ha eguali in altre aree nazionali e probabilmente anche europee”. Fin dalla sua introduzione agli inizi del 2000, è cresciuto di numero. Negli ultimi censimenti effettuati nell’area si registra infatti un costante aumento di popolazione con crescite annuali del 8-9 %. Basti pensare che dai 134 capi censiti nel 2017 si è passati ai 143 del 2018 fino ai 158 capi attuali.