La deputata del PD nonchè membro della Commissione Agricoltura alla Camera Susanna Cenni ha presentato negli scorsi giorni la proposta di legge n° 2354 Disposizioni per il contenimento dei danni causati dai cinghiali alle produzioni agricole di cui è firmataria.
Tra i principali contenuti la proposta prevede di fornire strumenti e risorse a Regioni e Province, finalizzati a tutelare gli agricoltori e l’ambiente dai danni causati dalla eccessiva presenza dei cinghiali; la realizzazione di piani di prelievo a scopo contenitivo per difendere gli equilibri naturali e la biodiversità; l'assegnazione di strumenti specifici sul piano della prevenzione per tutelare e salvaguardare il patrimonio faunistico ed ambientale.
Inoltre si prevedono particolari sanzioni per le violazioni delle norme per il contrasto dell'emergenza ungulati. “A questa specie – ha ribadito la Cenni - vanno attribuiti circa il 90 per cento dei danni, soprattutto in alcune realtà locali. Le perdite economiche causate dalla fauna selvatica alle colture sono indicate, da alcune associazioni di categoria, in oltre 70 miliardi di euro annui, in molti casi non rimborsati o rimborsati parzialmente”. Tra le novità all'interno della proposta c'è quella di promuovere e sostenere l'azione normativa delle regioni pensando ad un sistema attendibile per il monitoraggio della specie e la valutazione effettiva dei danni provocati.
“Le Regioni - spiega Cenni - dovranno individuare e certificare le zone dove è stata superata la soglia di compatibilità fra presenza di cinghiale ed attività agricola, evidenziando i danni e le misure necessarie per contrastare il fenomeno. Saranno i regolamenti regionali ad assicurare agli agricoltori un congruo e rapido risarcimento. Un ruolo importante, inoltre, potranno giocarlo anche le associazioni dei cacciatori, riconosciute per l’assunzione di compiti volti al mantenimento dei livelli di densità del cinghiale compatibili con la sostenibilità territoriale”.
“Nella proposta di legge - conclude Susanna Cenni - sono stati introdotti altri due elementi decisivi: il controllo della “filiera del contenimento del danno”, attraverso la catalogazione dei capi abbattuti durante l’attività venatoria o nell’ambito di programmi finalizzati al loro controllo numerico, e i divieti categorici, fuori dalla normale programmazione, di immissione di cinghiali in natura su tutto il territorio nazionale e di alimentazione degli stessi in maniera artificiale".