Qualche suggerimento per il ministro dell'ambiente Sergio Costa e per colui che gli istruisce le priorità dell'agenda, l'ineffabile Fulvio Mamone Capria, tetragono presidente della LIPU e capo della sua segreteria. Un pro-memoria, per le stesse ragioni, anche a quegli impudichi personaggi che si dicono "ambientalisti".
Sicuramente avranno letto questo rapporto, ma fino a che non avranno derubricato nella loro scaletta il problema della caccia, e della conservazione del patrimonio faunistico, vorrà dire che non sono ancora riusciti a ben interpretarlo.
Il riferimento è al recente rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente, secondo il quale l'inquinamento atmosferico è la minaccia più grande per la salute dei cittadini europei, ma Torino è tra le tre città più esposte allo smog e il primato spetta all'Italia. Inquinamento e condizioni socio-economiche, infatti, ne fanno il Paese col più alto numero di aree a rischio. Oltre a Torino, anche Roma è tra le città italiane a più alto rischio. I residenti delle periferie romane hanno più possibilità di morire a causa di malattie associate allo smog, come l'arresto cardiaco e le difficoltà respiratorie, rispetto ai residenti più benestanti.
Secondo il rapporto, l'inquinamento ambientale non incide su tutti in modo uguale: anziani, bambini e i meno abbienti sono le fasce della popolazione più a rischio. Quindi dove c'è alta disoccupazione e povertà diffusa gli effetti dell'inquinamento atmosferico, del rumore urbano e degli eventi meteorologici si fanno sentire di più.
Inoltre, secondo l'esperto Onu per i diritti umani e l'ambiente, David Boyd, “sono 7 milioni all'anno le vittime per l'inquinamento atmosferico: un morto ogni 5 secondi, circa 800 all'ora. Si tratta di più morti all'anno di tutti i decessi legati a guerra e epidemie, compresa l'Hiv e la malaria. Il livello di diossina nell'atmosfera ha raggiunto più di 400 parti per milione, il livello più alto da 650 mila anni”. Pertanto, prosegue Boyd, “d'ora in avanti l'inquinamento dovrà essere considerato non solo un problema che riguarda l'ambiente o la salute individuale ma, dal punto di vista legale, anche una questione di diritti umani. Il diritto all'aria pulita.”
È essenziale ridurre il numero di centrali a carbone e rendere più ecologici i trasporti. Tutti gli stati, “devono sorvegliare la qualità dell'aria, identificare le cause dell'inquinamento, informare gli abitanti e coinvolgerli nei processi decisionali sul tema, promulgare norme che determinino limiti chiari contro l'inquinamento atmosferico, elaborare piani di azione contro questo grave pericolo”.