Si è tenuta negli scorsi giorni l'udienza preliminare del processo a carico di otto amministratori della Provincia di Brescia, nei guai per aver autorizzato i cacciatori ad effettuare il contenimento dei cinghiali nell'ambito del piano regionale, in contrasto dunque con le recenti pronunce della Corte Costituzionale, che ha escluso l'affidamento dei Piani ai titolari di licenza venatoria.
Il gup dovrà decidere se mandare a processo o prosciogliere l’ex presidente della Provincia Pierluigi Mottinelli, il comandante della polizia provinciale Carlo Caromani e i suoi ufficiali Dario Saleri e Gianluca Cominini, il funzionario dell’ex ufficio Caccia del Broletto Raffaele Gareri, l’ex presidente dell’Ambito di caccia Oscar Lombardi, i direttori dell’Ufficio territoriale regionale Giulio Del Monte e Alberto Cigliati. Gli otto potranno dover rispondere di pesanti accuse, quali peculato (appropriazione della fauna selvatica), animalicidio, smaltimento indebito di carcasse, inquinamento ambientale. L’animalicidio, si legge su Il Giorno, si fonderebbe sul mancato ricorso ai metodi di contenimento ecologici, e l’inquinamento sarebbe generato dalla proliferazione delle bestie causato paradossalmente proprio dalla caccia.
Nel processo, come ci si aspettava, si sono costituite parti civili le associazioni Lac, Lav, Wwf e Legambiente. L’inchiesta parte infatti proprio dalle denunce degli animalisti, che avevano segnalato le mancate autorizzazioni Ispra, nonchè altre irregolarità. Ne era seguito un ricorso al Tar che ha sospeso il decreto regionale sui contenimenti. L'impianto delle accuse in parte già smontato dal gip in sede di mancata concessione di misure interdittive chieste per sette dipendenti pubblici. L'udienza aggiornata il 9 aprile.