"Le Associazioni Venatorie devono impegnarsi fermamente affinché i loro cacciatori non conoscano solo l’ABC della caccia, ma ne padroneggino l’intero alfabeto". E' quanto sostiene la Federcaccia di Bergamo segnalando la necessità di occasioni formative anche più approfondite e complete di quanto necessario al solo fine del conseguimento delle abilitazioni.
"I cacciatori devono essere preparati sotto molteplici profili: leggi e regolamenti, gestione ambientale e faunistica, sicurezza, etica, trattamento delle carni, profili sanitari, conoscenza approfondita delle specie cacciate, l’importanza dell’attività di recupero dei cani feriti, la conoscenza di armi e balistica sono tutte oggi conoscenze imprescindibili" scrive Fidc Bergamo, facendo presente che insieme ad altre sezioni lombarde, sulla scorta delle linee di Fidc Lombardia, organizzano molteplici corsi. Come quelli per la formazione dei capisquadra per il cinghiale, o per i censimenti e i prelievi selettivi, organizzati secondo le linee guida Ispra e tenuti da personale altamente qualificato come richiesto da Regione Lombardia. "Solo nel 2018 insieme a Fondazione UNA e a 4 comprensori alpini bergamaschi abbiamo formato oltre 140 cacciatori per il trattamento delle carni di selvaggina" scrive Fidc Bg.
I prossimi corsi: "I percorsi formativi oggi attivi, e che si aggiungono al corso per la caccia in zona alpi, oltre al tradizionale corso per l’abilitazione venatoria, a breve saranno affiancati da ulteriori momenti di approfondimento per la conduzione dei cani da caccia e per ogni altra attività che sarà ritenuta utile o necessaria per la migliore formazione e crescita dei cacciatori" spiega l'associazione venatoria.