In una nota di oggi la Confederazione Cacciatori Toscani fa sapere che è stato depositato un nuovo ricorso animalista (firmato Lac, Lav, Enpa e Wwf) contro il piano di controllo triennale del cinghiale della Regione Toscana.
"Nel ricorso - fa sapere Cct - si contesta da parte dei ricorrenti, la forma della braccata come modalità per il controllo della specie cinghiale ai sensi dell’art 37 della Legge 3/94. In sostanza si sostiene che tale modalità non risponde ai pareri e rilievi forniti da Ispra poiché non risponde a criteri di selettività e che le attività di controllo devono essere applicate solo a seguito dell’utilizzo di metodi ecologici".
Gli animalisti sollevano anche il tema della presunta illegittimità costituzionale dell’art 37 nella parte in cui vengono autorizzati all’attuazione degli interventi di controllo anche i soggetti abilitati oltre alle guardie venatorie, i proprietari e i conduttori dei fondi, le guardie forestali e comunali munite di licenza di caccia.
"Un eventuale pronunciamento di accoglimento di queste istanze o l’eventualità dell’accoglimento della richiesta di sospensiva da parte del TAR Toscano - fa sapere la Cct - , potrebbe nei fatti mettere in serio pericolo il proseguimento degli interventi di controllo, in art. 37, provocando inevitabili ricadute negative per i bilanci degli Atc, per i danni alle coltivazioni in un periodo molto delicato dell’anno e per le conseguenze sulla biodiversità e nei rapporti intraspecifici per le varie specie di fauna selvatica".
Sul tema la Confederazione sottolinea che "Un analogo ricorso presentato dallo stesso cartello animal-ambientalista al TAR della Lombardia, ha visto respinta dallo stesso tale contestazione. Un buon precedente che speriamo sia seguito anche in Toscana".