"La Regione ha finalmente riconosciuto che i cinghiali non sono più un problema solo per il comparto agricolo, ma anche una minaccia per l'ambiente e per i cittadini". Così Coldiretti Emilia-Romagna commenta l’attuazione della delibera 552 del piano faunistico venatorio, operativa da oggi, che prevede non ci siano limiti all'abbattimento di questi ungulati nelle zone di pianura e collina in tutta la regione.
"I danni dei cinghiali in campagna superano i 150 mila euro all'anno - continua Coldiretti regionale - e questi selvatici sono una minaccia concreta per la cittadinanza, con oltre mille incidenti stradali causati ogni anno dai selvatici. A tutto questo va aggiunto che il cinghiale è il principale portatore in Europa della peste suina africana".
A tal proposito interviene anche l'Enpa segnalando "evidenti e chiari profili di illegittimità" della disposizione, che secondo l'associazione, "fa molta confusione tra attività venatoria vera e propria e piani di controllo", visto che coinvolge i cacciatori. Gli animalisti ricordano che la Corte costituzionale ha più volte ribadito come tali interventi non possano essere affidati alle doppiette, ma solo a personale delle pubbliche amministrazioni. Ma secondo Enpa ci sono anche altri contrasti con la 157/92: "a partire dall'obbligo di applicare in via prioritaria i metodi ecologici: altre eventuali soluzioni possono essere prese in considerazione solo dopo che l'Ispra (l'Istituto scientifico di riferimento per la fauna selvatica) ne abbia valutato l'efficacia".