Francia. Come abbiamo visto, durante la discussione della riforma della caccia, approdata al Senato francese, è stato approvato il reato di disturbo alla caccia con relative sanzioni penali. Non stupisce affatto viste le premesse.
A partire dal fatto che la riforma nel suo insieme è pensata per sostenere la caccia e favorire l'incremento dei cacciatori, a cui viene riconosciuto il ruolo di difensori dell'ambiente. Oggi, un po' come dovunque, i cacciatori sono infatti in calo. Se negli anni '70 si contavano ben 2,4 milioni praticanti, oggi sono dimezzati (1,2 milioni). Il che comunque non è male: ogni 48 abitanti, c'è un cacciatore. Su una superficie che praticamente è il doppio di quella italiana si trova un cacciatore e mezzo in media per ogni km quadrato.
In occasione della riforma in Francia la federazione nazionale della caccia ha schematizzato l'identikit del cacciatore – tipo. In media sono uomini (le cacciatrici sono il 2,2%) sopra i 55 anni (più della metà). A differenza di ciò che si potrebbe comunemente pensare, i primi detentori di licenza venatoria sono dirigenti e liberi professionisti. Più di un terzo del totale. La categoria degli agricoltori è molto rappresentata. Sono il 2% della popolazione ma rappresentano l'8,5 del totale dei cacciatori.
Confrontata con altre passioni praticate a livello sportivo, si scopre che la caccia è al terzo posto in assoluto dopo il calcio e la pesca. La caccia dunque, coinvolge più persone rispetto a sport popolari come il tennis e l'equitazione.