Durante l'ultimo Consiglio dei Ministri (18 aprile), il Governo ha deciso di impugnare la legge regionale di stabilità siciliana che ha modificato le disposizioni regionali in tema di controllo faunistico. L'articolo 33 della legge impugnata ha infatti previsto la possibilità che all'interno delle aree protette i prelievi e gli abbattimenti faunistici per ricomporre gli squilibri ecologici siano effettuati oltre che dal personale dipendente dall'organismo di gestione del parco, anche da persone da esso autorizzate, scelte con preferenza tra cacciatori residenti nel territorio del parco previ opportuni corsi di formazione a cura dello stesso Ente.
La stessa possibilità viene lasciata agli Atc al di fuori di questi territori. Prima della modifica la legge regionale sulla caccia invece prevedeva che i soggetti da utilizzare in entrambe le occasioni fossero esclusivamente il personale dell'ente e quelli previsti dall'articolo 19 della legge n. 157 dell’ 11 febbraio 1992. Questo rende la nuova disposizione in contrasto con la norma nazionale e illegittima dunque sotto un profilo costituzionale per la ripartizione delle competenze.
Come si fa notare nel comunicato, “univoca e rigorosa è stata in questi anni l'azione di impugnativa del Governo nei confronti di disposizioni simili contenute in altre leggi regionali”. Impugnative che ormai non si contano più, dopo le diverse sentenze sul tema.