Le Associazioni Venatorie Nazionali riconosciute dalla L. 157/92 e il CNCN – Comitato Nazionale Caccia e Natura, riuniti nella Cabina di Regia unitaria del mondo venatorio, hanno inviato una lettera ai vertici della Regione Sicilia, segnalando preoccupazione per le proposte di legge e ipotesi di individuazione e perimetrazione di nuove aree protette. Anzitutto per assicuarare una corretta gestione del patrimonio faunistico e del territorio. "I primi interessati sono i cittadini delle comunità interessate, e tra questi i cacciatori. Esserci – e non essere esclusi da tabelle che proibiscono l’accesso - significa portare avanti tradizioni quali l’agricoltura di qualità, la zootecnia, l’attività venatoria" scrive la cabina di regia del mondo venatorio.
Nella lettera si evidenziano alcuni punti da tener in considerazione.
• il giusto equilibrio tra aree protette e non (è un imperativo inderogabile). Il tetto del 30% fissato dal legislatore nazionale ha una sua ragione d'essere perché gli istituti a "divieto di caccia", nonché il divieto di caccia vicino a strade e case, sono stati voluti in armonia territoriale con gli Ambiti di Caccia e gli Istituti privati per i necessari interventi a tutela della biodiversità, delle colture agricole, degli allevamenti;
• l'obiettivo della protezione nelle aree protette - di per se - non ha come priorità la tutela, la salvaguardia delle specie e degli ambienti naturali perché esclude quelle attività "umane",identità delle popolazioni locali che sono compatibili con la conservazione e che consentono, alle comunità locali, di presidiare territori rurali con particolare riferimento alle aree interne svantaggiate;
• si sono fatti interpreti di critiche i movimenti di protesta dei Comuni e delle Comunità coinvolte contro l'istituzione di parchi per rappresentare e motivare, oggi come nel passato, l'incompatibilità con la sopravvivenza di donne e uomini in questi territori;
• l'impegno delle comunità che vivono già in queste virtuali “recinsioni” - i futuri parchi - è stato già di seguire pratiche e comportamenti di vita che hanno già dimostrato il loro interesse e la capacità a voler salvaguardare il paesaggio continuando a viverci malgrado gli svantaggi dello "spopolamento" di quei territori; contrastarlo è un merito dei cittadini che ci lavorano con parsimonia d’uso delle risorse e anche perché mantengono in essere una cultura importante come quella venatoria;
• la gestione della fauna selvatica e la pratica venatoria sono un valore come altri, tradizioni da non sottovalutare perché è un patrimonio da trasferire alle nuove generazioni per una corretta gestione e conservazione delle specie selvatiche. L’equilibrio tra fauna selvatica e patrimonio zootecnico anche con un’agricoltura di qualità, sono un valore. Non dimentichiamo che i prodotti tipici della Sicilia sono una qualità indiscusse del "made in Italy" nei mercati internazionali.
Le Associazioni della Cabina di Regia daranno il loro sostegno alle iniziative dell’associazionismo sul territorio, non solo quello venatorio, che si è democraticamente attivato per contrastare il Parco degli Iblei e quanti altri ne venissero proposti. Auspichiamo l’accoglimento delle nostre istanze per il significato nazionale di questa importante battaglia civile che coniuga il benessere degli uomini e il ruolo delle loro attività alla salvaguardia del creato. Restiamo a disposizione per organizzare un incontro di approfondimento al fine di confrontarci sugli argomenti sopra trattati.