Abbiamo rivolto alcune domande a Pietro Fiocchi, candidato con Fratelli d'Italia nella circoscrizione Nord Ovest, per conoscere nel dettaglio quale saranno i suoi obiettivi qualora fosse eletto a rappresentare gli interessi dei cacciatori e del comparto venatorio e armiero al Parlamento europeo.
Cosa si prefigge di sostenere in Europa a favore del comparto armiero e in particolare della attività venatoria?
Mi prefiggo di andare in Europa con la ferma intenzione di cambiare e migliorare l’esistente in particolare di sburocratizzare e semplificare le normative, con l’intento di non delegare agli euroburocrati, soprattutto nei settori che conosco bene come quello armiero e quello venatorio. Per anni mi sono misurato con funzionari e dirigenti dei vari Dipartimenti, trovandomi di fronte ad ostacoli di vario genere, ora mi pongo l’obiettivo di rimuoverli dall’interno, in una veste diversa e per farlo stringero’ alleanze facendo squadra con chi ha gli stessi medesimi interessi.Io non sono uno di quei candidati che promettono a tante categorie e alla fine non ottengono i risultati attesi. Io l’ho dichiarato da subito e lo confermo: voglio sostenere la mia passione la caccia, il tiro e la pesca e il suo indotto, subendo per questo anche critiche che per me sono medaglie. Il pianeta caccia genera un punto di PIL, oltre centomila posti di lavoro, tutti ammirano Made in Italy che è rappresentato dall’eccellenza della manifattura armiera,un vanto per il nostro Paese.
La tradizione venatoria italiana ha subito un questi ultimi decenni una penalizzazione ingiustificata, a fronte di realtà analoghe in altri paesi della UE. Come pensa di affronatre il problema e quali sono le soluzioni che cercherà di sottoporre alla Commissione e al Parlamento?
Gran parte, se non tutte le penalizzazioni subite sono, a mio avviso,ingiustificate: dalla segnatura immediata del capo di migratoria, ai periodi di caccia restrittivi, alle catture e specie cacciabili. Se paragoniamo e parametriamo tutto ciò ai cugini Cacciatori francesi, pare di non essere entrambi nell’Ue, quindi l’impegno che mi prendo è quello dell’armonizzazione dei periodi di caccia, unitamente all’allargamento delle specie cacciabili, come ad es.storno e tordela, la riattivazione degli impianti di cattura (Roccoli) e la tutela delle cacce e dei piatti tradizionali, nonché l’utilizzo del piombo nelle cartucce. Questi nel concreto saranno i miei principali obiettivi, oltre a farmi inserire, se sarò eletto, nelle Commissioni che contano come quella dell’Ambiente che ha poteri in campo venatorio.
Ritiene che sia possibile ottenere una revisione della Direttiva Comunitaria Uccelli e una interpetazione veridica della direttiva Habitat, in modo che certe soluzioni prospettate dai potentati ambientalisti animalisti abbiano una più corretta applicazione anche in Italia? Come?
Le Direttive Comunitarie, possono essere oggetto e di miglioramenti, non a peggioramenti come vorrebbe la Lobby animal ambientalista che gode di appoggi trasversali nelle varie componenti e rappresentanze politiche. Uno dei motivi per cui ho accettato volentieri la candidatura in Fratelli d’Italia è la piena fiducia e autonomia che il partito mi ha offerto nel trattare in Europa la materia venatoria. Non si dimentichi che FdI è l’unico Partito che si è dichiarato pubblicamente a favore dell’attività venatoria recentemente a Roma in una Conferenza Stampa alla Camera dei Deputati,mentre alcune forze politiche e candidati ammiccano al nostro mondo con un traformismo dai toni alquanto ambigui. Sono quindi da rivedere sia la Direttiva Armi, frutto di compromessi ed emotività, sia le Direttive Uccelli e Habitat. Come noto le Direttive Comunitarie devono essere recepite dagli Stati Membri, facendo bene attenzione che la burocrazia ci aggiunga del suo.
Il sostegno della caccia Italliana passa anche attraverso una consapevolezza che il problema è soprattutto ambientale. Come pensa di affrontare l'argomento della protezione del nostro patrimonio faunistico e naturale?
Dove non c’è ambiente, non c’è caccia e biodiversità, il cacciatore è il primo interesse ad avere un habitat non deturpato dalla cementificazione e degradato dall’inquinamento dilagante, si può quindi affermare che noi siamo le “sentinelle” dell’ambiente e i “custodi” della natura che noi siamo gli artefici del nostro futuro,che solo noi possiamo aiutare noi è anche per questo che dobbiamo avere una nostra rappresentanza politica in seno al Parlamento Europeo.