E' stato approvato un protocollo d'intesa tra la Regione Lazio e diversi partners (Federparchi, Coldiretti e Legambiente) per contenere l'espansione del cinghiale. Con uno stanziamento pubblico di 100 mila euro per i primi tre anni, si prevede un'intensificazione e una semplificazione dell'iter autorizzativo dei piani di controllo, la creazione di un sistema unico georeferenziato per i danni prodotti e l'avvio di una campagna di comunicazione finalizzata a spiegare, agli agricoltori, quali sono le modalità di accesso agli indennizzi e quali sono gli strumenti di prevenzione.
La vera novità è coinvolgimento attivo degli agricoltori nelle attività di cattura da svolgere, a fianco dei guardaparchi, attraverso la predisposizione di trappole". E' esattamente quanto aveva richiesto la Coldiretti. Inoltre "per compensare il reddito perso a causa dei danni provocati dagli ungulati, gli agricoltori potranno cedere direttamente gli animali catturati presso gli istituti previsti dalla normativa vigente o destinarli all'allevamento in aree recintate".
L'assessorato all'ambiente della Regione Lazio fa sapere che "gli animali o le loro carni potranno essere destinati alla cessione diretta o all’allevamento; se macellati o abbattuti, conferiti presso un centro di lavorazione della selvaggina autorizzato; ceduti, come carcasse, per uso privato domestico con divieto di commercializzazione, al personale coinvolto nelle operazioni di abbattimento".
“Siamo molto soddisfatti - commenta Coldiretti Lazio - perché si tratta di un passo fondamentale nella gestione di una problematica che da anni mette in ginocchio l’agricoltura ed è molto sentita su tutto il territorio laziale, a partire dalle province di Rieti e Viterbo. Questo protocollo trasforma una drammatica criticità in una risorsa da valorizzare attraverso il coinvolgimento degli agricoltori e l’inserimento in una filiera alimentare controllata, in grado di prevenire speculazioni e garantire sicurezza e legalità. Gli imprenditori agricoli, in presenza dei requisiti necessari, potranno anche richiedere l’ampliamento delle attività come “Centri di lavorazione della selvaggina”, un’importante opportunità per ridurre i costi e seguire la strada della multifunzionalità. Lo sviluppo incontrollato dei cinghiali da anni crea problemi legati non solo all’agricoltura ma anche alla sicurezza del territorio e all'incolumità dei cittadini, con gli ungulati che ormai si spingono all’interno dei parchi periurbani, dentro le città, alla ricerca di cibo. Il protocollo d'intesa approvato oggi consentirà di intervenire anche sotto questo aspetto migliorando in maniera significativa la situazione attuale”.