Riceviamo e pubblichiamo:
Continua la canea di famosi rappresentanti della “cacciafobia” che, al contrario di tante altre temute e (giustamente) avversate fobie, sembra raccogliere simpatie e simpatizzanti, soprattutto nella cultura benpensante.
Peccato che, come al solito, lo straordinario sforzo di alcuni autorevoli organi di stampa sia basato soprattutto sulla disinformazione, sul pressappochismo, sulle menzogne più grossolane, su una prosa sguaiata, indegna di qualunque causa e anche sulle offese del tutto gratuite come l’appellativo di “bombaroli”.
Una disinformazione grezza che risulta evidente solo a chi mastica qualcosa di ambiente, di fauna selvatica e di legislazione venatoria, ma che riesce perfettamente a suscitare riprovazione, sdegno e allarme, non solo nella pubblica opinione ma anche nella classe politica. Uno scopo davvero ignobile, raggiunto grazie alla spudorata faziosità con cui si evita accuratamente di “ospitare” il parere di chi non la pensa come “La Repubblica”.
In base a questo discutibile criterio, alla ben nota produzione di Antonio Cianciullo, si abbina l’intervento “asettico” di Roberto Della Seta, uno dei tanti ecologisti di professione che, grazie al loro impegno, sono riusciti a varcare i portoni dei palazzi del potere, e la caustica prosa di Francesco Merlo che si augura che i cacciatori caccino dal Parlamento i sentori bum bum.
Intanto, in attesa che si realizzi questo suo desiderio, informiamo Merlo che i cacciatori italiani, cittadini di serie A e non di serie C, hanno già provveduto a cacciare dal parlamento gli integralisti dell’allarmismo più fanatico e intollerante. Per il resto vedremo.
L'UFFICIO STAMPA (CNCN)