La blogger animalista Margherita D'Amico, dalle pagine di Repubblica, torna a criticare la caccia, puntando il dito contro il Piano triennale per la riduzione dei cinghiali nel Lazio previsto dal Protocollo d'intesa fra Regione Lazio, Federparchi, Legambiente Lazio, e Coldiretti, che sta per essere varato, per una spesa di 300 mila euro e che, appunto, tra le diverse azioni previste, contempla anche la caccia di selezione.
Se la prende in particolare con Legambiente per “l'adesione a un simile progetto”, e con Federparchi. Ovvero quelli che dovrebbero essere ambientalisti e lontani all'idea di gestione faunistico – venatoria e che invece concordano sulla via del contenimento numerico della specie, come unica praticabile. Non le basta la risposta, scontata, che dà Maurizio Gubbiotti, coordinatore di Federparchi Lazio, che, semplicemente ricorda che "Siamo tenuti per legge ai piani di contenimento delle specie in surplus e ci basiamo sui monitoraggi dell'Ispra e sulle relazioni dei nostri naturalisti. Per i cinghiali non sono ancora messi a punto metodi contraccettivi di facile applicazione e lunga durata, perciò la rimozione rimane l'unica soluzione".
La D'Amico è invece allineata all'idea oltranzista della Lav, che punta tutto sul miraggio di una sterilizzazione di massa della popolazione dei suidi. Secondo Massimo Vitturi, "Basterebbe investire 100mila euro, un terzo della cifra stanziata per il piano di abbattimenti, per uno studio di cinque anni sulla sterilizzazione chimica dei cinghiali. Il farmaco esiste, bisogna solo capire come somministrarlo per via orale anziché iniettarlo, e su quale percentuale della popolazione perché sia efficace."
La Lav ogni anno solo con il 5 per mille incassa quindici volte tanto (quest'anno 1.511.450 euro). Perchè non finanzia di sua tasca l'idea se così valida e risolutiva?