Sciopero degli abbattimenti da parte dei cacciatori del Comprensorio alpino di Caccia Prealpi Comasche. Per protestare contro la novità introdotta in Lombardia per la caccia di selezione, che prevede l'obbligo di comunicare le coordinate gps per ogni abbattimento, in 110 (su 125 cacciatori abilitati) hanno deciso di non ritirare le fascette per i prelievi.
Al di là del fatto che non tutti i cacciatori, data l'età media, sono a proprio agio con la tecnologia, la geocalizzazione è vista come un controsenso, dato che i cinghiali per forza di cose possono essere abbattuti a distanza dal punto in cui sono stati registrati i danni ed essere ugualmente gli stessi ad aver provocato i medesimi.
A dare la notizia è il quotidiano La provincia, da cui si fa presente che i 110 cacciatori che non hanno ritirato tesserino e bracciale – dando un segnale di unità importante – hanno comunque già versato circa 650 euro per la licenza di caccia per la corrente stagione venatoria. Dunque in questo momento, solo 14 cacciatori possono cacciare il cinghiale in un territorio che va da Menaggio a Cernobbio (Bisbino), abbracciando tutta la Val d’Intelvi e parte del Porlezzese.