Federcaccia Umbria segnala incomprensibili, penalizzanti restrizioni inserite nel calendario venatorio 2019/2020, a seguito del parere ISPRA, (peraltro non vincolante), sulla proposta di calendario trasmessa dalla Regione Umbria, senza tener conto di quanto concordato in sede di Consulta Faunistico-Venatoria Regionale.
Se per il Moriglione avremmo potuto, infatti, tollerare una limitazione del carniere nell’ordine di 5 capi giornalieri e 25 capi stagionali, dovuta allo status di vulnerabilità della specie che richiede, comunque, adeguate misure di gestione e un attento monitoraggio dei prelievi, è a dir poco inconcepibile quanto disposto dalla Regione Umbria nel calendario vigente, che consente un misero carniere di 2 capi giornalieri e 10 capi stagionali.
Inoltre - continua la nota di Fidc Umbria - , non si comprendono le inutili e ulteriori limitazioni al carniere della Tortora, specie per la quale quest’anno non è stata prevista neanche la preapertura, come anche al carniere della Quaglia, di fatto dimezzato a fronte di un già contingentato carniere stagionale (25 capi) e le nuove, ingiustificate penalizzazioni sulla Pavoncella e sul Codone, specie per le quali è stato inserito un carniere giornaliero e stagionale rispettivamente di 5 e 25 capi. A ciò si deve aggiungere il mancato adeguamento del carniere giornaliero e stagionale dell’Allodola, rispettivamente a 20 e 100 capi per i cacciatori possessori di richiami vivi, così come previsto nel Piano di Gestione Nazionale predisposto dallo stesso ISPRA ma non recepito dalla Regione Umbria, che ha lasciato i limiti a 10 e 50 per tutti i cacciatori, senza tener conto degli specialisti.
Federcaccia Umbra non ci sta, auspica il coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse e chiede con forza una risposta politica, che dia dignità e non penalizzi ulteriormente i cacciatori migratoristi, che si dedicano con passione e dedizione a queste forme di caccia anche a fronte di notevoli investimenti economici nel mantenimento di habitat ad esse congeniali, e che giocano un ruolo fondamentale nella raccolta di quelle informazioni atte a garantire la sostenibilità del prelievo di queste specie, tanto auspicata proprio dall'ISPRA.
Unica nota positiva, il mantenimento della Pernice rossa tra le specie cacciabili sul territorio regionale. Per questa specie, caratterizzata da un’importante espansione verso sud-est delle popolazioni toscane, Federcaccia Umbra auspica finalmente una gestione attiva (piani di prelievo di tipo conservativo) che tenga conto delle peculiarità della stessa senza perdere di vista le azioni in favore della Coturnice appenninica, specie protetta in Umbria dall’ormai lontano 1988 ma mai realmente gestita dalle istituzioni preposte.