Un comunicato del Coordinamento delle associazioni venatorie campane (Anuu, Arcicaccia, Eps, Italcaccia, Libera Caccia) riassume le ultime vicende sulla gestione della caccia in Regione. Ovvero le due sentenze del TAR di Napoli, emanate a distanza di poco meno di un mese l’una dall’altra. Una che ha annullato il «Piano Cinghiali» a fine maggio e l'altra, arrivata più di recente, che, su ricorso dello Svi, che incarica la Regione al ricalcolo della superficie cacciabile.
Il coordinamento aggiunge considerazioni e dettagli. Anzitutto sul “Piano Cinghiali”, annullato dal TAR, (sentenza del 21 maggio 2019), che rientrava nel programma per l’emergenza Cinghiali in Campania, affidato al CRIUV Centro di Riferimento di Igiene Urbana Veterinaria, costato circa 780 mila euro, a cui si aggiungono ulteriori 270 mila euro assegnati sempre allo stesso CRIUV lo scorso 12 giugno dall’Ufficio centrale foreste e caccia. Risorse su cui il Coordinamento ha chiesto lumi, chiedendo il dettaglio della rendicontazione, senza ottenere risposta. "Come nulla più ci è dato conoscere del Tavolo Tecnico Emergenza Cinghiali opportunamente costituito", scrivono dal Coordinamento campano. Altre richieste in atti attengono l’osservatorio faunistico "di cui apprendiamo la nomina di un direttore senza alcuna manifestazione pubblica con decreto del 2/5/2019" si legge nella nota, ed il disegno di legge sulla gestione faunistico venatoria del cinghiale in Campania. Su quest'ultimo il Coordinamento fa sapere che, dopo il confronto con i portatori di interesse, la Regione Campania aveva convenuto sulla necessità di redigere un regolamento sulla gestione del cinghiale e non una legge", come si può evincere dal verbale dell’audizione in pari data. Intanto il Consiglio Regionale della Campania nell’assemblea convocata per il 25 giugno p.v. è chiamata all’esame della proposta di legge sulla Gestione faunistico-venatoria del cinghiale in Campania!".
Infine sull'ultima decisione del Tar, che ordina alla Regione di provvedere alla rideterminazione dei confini delle aree destinate a protezione della fauna selvatica, scrive il Coodinamento: "Avevamo già appreso, dalla dirigente dell’Ufficio centrale foreste e caccia della Regione Campania, (così come dalla stessa dichiarato nella seduta di CTFVR del 28/2/2019 e come si può evincere dal verbale in pari data) che i piani faunistici venatori provinciali erano scaduti da tempo, e purtroppo non ancora rivisitati né tantomeno approvati, non comprendiamo, però come mai gli Uffici regionali preposti non abbiano mai dato seguito agli adempimenti di cui alla cennata norma impugnata davanti al Tar della Campania, oggetto della sentenza del 17 giugno 2019…. Ci verrebbe voglia di capire a quali consulenti faunistici si è affidata la Regione in questi ultimi anni e cosa di concreto questi abbiano prodotto.
Infine una nota positiva: finalmente sul B.U.R.C. n. 35 del 20 giugno 2019 è stata pubblicata la DGR n. 247 dell’11 giugno di approvazione del Calendario Venatorio 2019-2020 Fra le frivolezze del caso, la mancata pre apertura alla specie Colombaccio! Speriamo che non diventi questo l’argomento dell’anno, per spostare l’attenzione da problematiche molto più serie ed importanti!!!!! Perché fra pseudo consulenti faunistici e mancati rendiconti a noi interessa capire più come vengono spesi i soldi dei contribuenti cittadini cacciatori campani, che l’arcana scomparsa del colombaccio in pre apertura, sulla quale vicenda faremo comunque giusta", chiude il coordinamento venatorio.