La 58° Assemblea Nazionale della Libera Caccia, tenuta domenica scorsa a Rimini, è stata l'occasione per i festeggiamenti del 60° compleanno dell’Associazione. Condivisione assoluta e incondizionata delle linee politico - amministrative tracciate dal Comitato Esecutivo, che con i suoi 30 membri è il più numeroso e rappresentativo nel panorama associativo nazionale, e dall’Ufficio di Presidenza che è composto dal Presidente Paolo Sparvoli, dal vicepresidente vicario Sisto Dati, dai vicepresidenti Bruno Santori e Romeo Trotta, dal segretario generale Massimo Ceccarelli e dai due membri Alberto Benatti e Luca Morelli.
“La vostra numerosissima presenza – ha dichiarato il presidente Paolo Sparvoli – è la dimostrazione più evidente di una grande partecipazione alla vita e alle attività associative che rappresentano il naturale completamento della nostra appassionata e appassionante attività venatoria. Un’attività che, a dispetto delle stupide e offensive definizioni coniate dall’ideologia animalista, è svolta sempre nel rispetto più assoluto delle norme regionali, statali e comunitarieche regolano il prelievo venatorio, oltre che di un’etica non scritta che noi cacciatori abbiamoereditato da migliaia e migliaia di anni”.
"E il fatto che oggi siate così numerosi – ha poi proseguito il presidente–conferma la bontà del nostro operato e la solidità della nostra politica associativa che non si limita a difendere in maniera legale e democratica la caccia e ad offrire garanzie assicurative che sono in assoluto le migliori possibili, ma è fondata su una sana gestione economica e finanziaria che non solo non ci fa svendere il nostro patrimonio ma, anzi, lo sta incrementando al punto tale che ormai ogn iprovincia è proprietaria della sede nella quale svolge la sua attività".
"Io sono orgoglioso di voi – ha quindi concluso Sparvoli – e sono orgoglioso del lavoro svolto da ogni nostro associato ma, al tempo stesso, esorto tutti noi a fare ancora di più e ancora meglio, tenendo sempre alta la guardia perché l’offensiva anticaccia non si è affatto placata dopo la sonora sconfitta elettorale ma sta affilando le armi per una nuova aggressione basata sull’abolizione dell’art. 842 del codice civile, che rappresenterebbe davvero la fine della caccia che amiamo".