Chi si occuperebbe della gestione della fauna? In Austria, dove i cacciatori sono solo 118 mila, l'azione gestionale sul territorio è stata valutata dal professor Friedrich Reioser, dell'Università di Vienna, in relazione al valore economico complessivo della caccia, quantificabile fra 0,7 e il miliardo di euro (da 95 a 135 euro per ettaro di superficie venatoria). Il che vuol dire che tanto lo Stato dovrebbe spendere se a gestire gli ungulati non fossero i cacciatori.
Tutto questo a fronte di danni calcolati fra i 136 e i 220 milioni. La questione dei danni del cervo non è certo irrilevante. Al pari di altre specie impattanti, come il cinghiale e il lupo, il cervo è in continua espansione anche nel nord Europa, causando danni alla crescita ottimale del bosco e alle coltivazioni. Qualcuno vede nella crescita del lupo la risposta al controllo degli ungulati. Ma, giocando con le cifre, come giustamente si fa notare in un recente articolo de Il Giornale del Cacciatore, edito dall'Associazione dei Cacciatori Trentini, si può dire che se l'Austria fosse uniformemente popolata dal lupo vi sarebbero circa 70 branchi. E anche nell'ipotesi che questi si nutrissero esclusivamente di cervi, la loro predazione media ammonterebbe a 17.500 cervi l'anno. Ovvero appena l'8% della locale consistenza estiva.