Debora Campigotto, è una giovanissima cacciatrice friulana. Studentessa in scienze dell'Educazione Primaria, attualmente lavora come educatrice in un asilo nido. La passione le è stata tramandata in famiglia. Ha cominciato a seguire padre e nonno nei boschi e, giunta alla maggiore età, ha conseguito l'abilitazione venatoria.
Da sempre ama i setter inglesi, che definisce “la razza da ferma per eccellenza”. Con loro dedica tutte le sue energie alla beccaccia. “Un selvatico – dice – che grazie al suo fascino e alla sua furbizia ha stregato il mio cuore”. Da quasi un anno, insieme all'amica Flavia Caldarazzo, ha aperto una pagina social dedicata alle cacciatrici. Cacciatrici Italiane (https://www.facebook.com/cacciatricitaliane/), questo il nome della pagina, “si è posta come obiettivo quello di riunire tutte le donne e ragazze cacciatrici d’Italia in un social per scambiare opinioni e idee. Con la speranza - evidenzia - di utilizzare la figura della donna, pura e genuina, per arrivare a far apprezzare e conoscere la caccia a coloro che non la tollerano”.
E lei sicuramente è un esempio di questa filosofia: “La caccia per me è uno stile di vita - spiega -. Vivere la natura a 360 gradi, imparare le sue dure leggi, saper accettare tutto e adeguarmi ad essa. Caccia non significa solo sparare ma godere della natura tutti i giorni dell'anno, cercando di migliorarla per quanto e dove possibile e cercando di non sfruttarla troppo dove necessita di tranquillità. Dalla natura e dalla caccia non si rimarrà mai delusi perché se la si sa vivere nel modo giusto lei ti ricompenserà sempre”.
“I cacciatori – puntualizza Debora – sono una categoria di persone oneste e dalla fedina penale immacolata, quindi rappresentano sicuramente il meglio della nostra popolazione. Tuttavia spesso però è colpa di noi cacciatori se la caccia non è ben vista: ci dividiamo su temi sui quali dovremmo essere compatti per salvaguardare la nostra passione, siamo troppo divisi internamente ed è per questo che facciamo ancora fatica a presentarci come una realtà apprezzabile e sostenibile quale siamo”.
E ricordiamocelo: "la caccia - come ben argomenta questa giovane cacciatrice -, se ben gestita e ben esercitata, non sarà mai causa di problemi ambientali: è priorità del cacciatore mantenere gli habitat al meglio possibile per poterne godere anche in futuro. Inoltre noi cacciatori organizziamo molte attività di miglioramento ambientale per cercare di creare zone più naturali possibili; penso ad esempio alla costituzione di aree boschive e di colture a perdere per aiutare il riparo e la nidificazione della piccola fauna, alle giornate ecologiche organizzate annualmente per pulire la campagna dai rifiuti, e molte altre nobili iniziative volte al miglioramento dell'ambiente. Noi cacciatori siamo i primi e veri ambientalisti”.